Recensione: Hypnagogia
I Consummatum Est sono una band funeral doom italiana attiva da ben otto anni, con alle spalle un discreto full-length dal titolo Funeral Procession; nel corso del tempo, moltissimi sono stati i cambi di formazione che hanno minato la stabilità del gruppo, ma tali difficoltà non hanno scoraggiato il mastermind Emanuele Telli (pianista, tastierista e songwriter), la cui tenacia nel portare avanti il progetto ha permesso la realizzazione del qui presente nuovo album, Hypnagogia. Le coordinate stilistiche sono rimaste fondamentalmente le stesse di Funeral Procession, ma Hypnagogia può contare su di una maturità compositiva notevolmente superiore: eleganti e ricercati, i Consummatum Est rappresentano adesso una valida aggiunta al panorama doom italiano.
L’album è composto da sole quattro canzoni, tutte di lunga durata, dai dodici ai quindici minuti. La scelta di non appesantire eccessivamente la tracklist, in realtà, gioca a favore del gruppo, dal momento che l’estrema pesantezza del genere suonato, unitamente all’esteso minutaggio di ciascun pezzo, già di per sè rende l’ascolto impegnativo. Le composizioni, d’altra parte, richiedono una certa attenzione per essere assimilate, vista la loro complessità; fortunatamente però, nonostante non ci siano quasi mai variazioni di tempo (l’incedere è sempre lentissimo, come da tradizione funeral doom), la struttura articolata e non lineare dei pezzi dei Consummatum Est permette alla loro musica di non risultare prolissa. Le principali protagoniste sono (prevedibilmente) le tastiere, le cui partiture sono incredibilmente curate, tanto da costituire il vero elemento trainante del sound: è a loro che è affidato il compito di definire le melodie, di legare i diversi fraseggi di cui constano le canzoni, e di evocare atmosfere ora solenni, ora malinconiche, ora apocalittiche, ora delicate. Onnipresenti e totalizzanti, le tastiere sono il perno attorno a cui ruota la musica dei Consummatum Est, tanto che alcuni dei frangenti più interessanti sono proprio quelli in cui esse vengono lasciate da sole a reggere lo spettacolo. Tale rilevanza è dovuta sia ai meriti del comparto tastieristico, sia – ahimè – ad alcuni demeriti del comparto chitarristico. Il riffing, per quanto potente, pecca un po’ di varietà e di colore, risultando alla lunga monotono; se è pur vero che di tanto in tanto affiorano tessiture soliste indubbiamente ispirate e coinvolgenti, è anche vero che molto più spesso le chitarre assumono il ruolo di semplice accompagnamento delle trame tastieristiche. Sarebbe stato più interessante, invece, dare vita a un duellare più attivo fra i due strumenti, e se da un lato non bisogna dimenticare che stiamo parlando di funeral doom (genere che fa dell’ossessività una delle sue caratteristiche fondanti), resta comunque il fatto che qualche guizzo chitarristico in più sarebbe servito a rendere il sound più equilibrato. Niente da ridire, invece, sul comparto vocale, che si distingue principalmente per la sua varietà: abbiamo degli ottimi growl e scream, potenti, laceranti ed espressivi, ai quali fa da contraltare un etereo e delicato background di voce femminile (similmente a come avviene negli Shape Of Despair). Volendo proprio essere pignoli, si potrebbe rimarcare l’assenza di un po’ di voce pulita maschile, che avrebbe conferito ulteriore eterogeneità al sound, ma si tratterebbe di voler cercare il pelo nell’uovo in un sistema che già funziona così com’è. Giusto a questo proposito, fra l’altro, è importante segnalare la presenza di un guest vocalist eccellente nella terza traccia, ossia nientemenochè Greg Chandler degli Esoteric.
Hypnagogia, quindi, è un disco al di sopra della media, e può contare su melodie azzeccate, atmosfere coinvolgenti, e un songwriting molto curato. Di certo non si può dire che brilli per l’originalità, ma rappresenta indubbiamente un traguardo concreto e positivo per una band giovane e dalle buone potenzialità; c’è solo bisogno di limare le ultime spigolosità affinchè i Consummatum Est possano compiere il salto definitivo, ma già adesso, con Hypnagogia, i risultati conseguiti sono ottimi e degni dell’attenzione di qualunque appassionato della frangia più melodica e goticheggiante del funeral doom.
Giuseppe Abazia
Tracklist
1 – Dolls and Ravens (12:17)
2 – Hypnagogic Prospectus (12:17)
3 – Consummatum Est (14:37)
4 – Vertebra (11:15)
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