Recensione: Hypocricity
Dei Methodica ho avuto l’onore di recensire per Flash nel lontano 2009 lo stupendo “Searching for Reflections” (Underground Symphony), lavoro d’esordio della band veronese e ascoltato con piacere pure il seguente e altrettanto valido “The Silence of Wisdom” per poi perderli di vista.
Devo riconoscere che i primi ascolti del nuovo “Hypocricity” mi hanno lasciato piuttosto perplesso, in virtù della spiccata evoluzione della componente “modern metal” all’interno del loro sound a discapito della componente sinfonico progressiva e l’iniziale e fin troppo thrashy “Hypocricity” è propedeutica in tal senso.
Il progredire degli ascolti però e le seguenti “You’ve Changed“, “Ephemeral“, “Detour” e soprattutto “Mechanical Flowers” nonostante tutto ancor pregne del lirismo progressive da sempre trademark del gruppo, mi ha comunque aiutato a compenetrare il “nuovo” sound del bravissimo singer Massimo Piubelli e del degno compare Marco Ciscato on guitars and keyboards.
Insomma, per farla breve, mi mancano troppo le fantasmagoriche orchestrazioni del tastierista originario Marco Baschera, anche se poi in ultima analisi “Sanctuary” e “The Running Low“, contraddicono almeno in parte quanto appena affermato, pur nella loro cruda essenza progressive and thrash.
Ottimo il lavoro di Marco Piccolo e Alessandro Lanza rispettivamente drums an bass, ancora sul proscenio nella bellissima “Death of a Jazz Trumpeter” davvero degna dei capolavori menzionati all’inizio, mentre “Not One” richiama grazie alla maiuscola prova di Massimo, pure i miei amatissimi Threshold ancora numi tutelari della conclusiva “Crows and Hail“.
Pur non apprezzando in toto l’evoluzione del sound, devo comunque riconoscerne l’intrinseco valore artistico.
Bravi.
Ulisse “UC” Carminati