Recensione: I Am Your Enemy
Debutto con il “semi-botto” per gli olandesi Engine of Pain che, dopo l’EP Here is the Pain! (2004) vengono notati dalla Lion Music che decide di dare sostegno producendo questo I am Your Enemy. I cinque sviluppano un songwriting che, istintivamente, va ad accostarsi nello stile alle correnti del thrash/death di estrazione scandinava.
Sebbene la componente predominante sia condizionata più dal continuo oscillare tra l’approccio thrash dei fastosi tempi americani e quello successivo delle correnti post thrash, non mancano certo marcate circostanze più death prima di tutto a livello di drumming e cantato. Il tutto poi viene coperto da una acida pioggia di melodia mai svenduta e scontata.
L’ex After Forever Joep Beckers gioca molto sul sound che ha fatto la fortuna di gruppi come At The Gates in primis, mentre lo scream di Nick Hameury oscura sistematicamente le “atmosfere” che non di rado vengono sprigionate nella tracklist di I Am Your Enemy.
La produzione mette in risalto gli alti senza che se ne risenta in termini di potenza. Il settaggio dei suoni rende decisamente onore alle veloci ritmiche scelte e questo si attesta come punto di forza dell’album. Il groove che ne discende acquisisce un carattere agrodolce senza eccedere in nessuna direzione particolare permettendo così di esibire i distinti mezzi tecnici d’ogni singolo esecutore. Nessuno escluso.
Come una dichiarazione di violenza è proprio la title track I am Your Enemy ad introdurre il confronto tra chi suona e chi ascolta. Una proposta articolata e personale dalle sfumature swedish-style a condurre la memoria verso una via di mezzo tra At The Gates – immaginateli più thrash – e Carnal Forge – pensateli invece più moderati. Ancor di più a puntare sulle stesse coordinate si presenta Fuel the Engine che, tra l’apertura alla “Blinded by Fear” ed una sezione solista a dir poco favolosa, si farà ricordare a lungo.
Par condicio: è giusto citare le influenze più puramente thrash di brani come Heads Up e Sunrise Express. I ricordi portano ai più strutturati Exodus, essenzializzati solamente per quanto riguarda l’aspetto ritmico. Al lato pratico difatti il simil growl di Hameury tende comunque a ridimensionarne proporzionalmente quell’american mood dei primi anni novanta.
Un album decisamente interessante tra la moltitudine di proposte che tendono a rifarsi alle classiche e storiche correnti ispiratrici di terra svedese. Bravi per aver saputo dosare con maggior decisione un riffing thrash, incanalandosi di fatto verso le correnti che al momento stanno tornando più prepotentemente in auge. Piccoli appunti da fare sono una certa ripetitività della proposta ed una sezione vocale un po’ troppo statica nelle modulazioni e nelle espressività.
La mia idea è questa: chi ama queste sonorità non ne rimarrà deluso minimamente, tutt’altro, percepirà un’intenzione musicale decisamente ben bilanciata, accattivante e senza molti compromessi.
– nik76 –
Tracklist:
01 I am Your Enemy
02 Fuel the Engine
03 Cycle of Cycle
04 Heads Up
05 Close to the Border
06 Sunrise Express
07 At the End of the Day
08 Man of the Year
09 T4 – The Mass Corruption
10 Extreme Fakeover
Line Up:
Nick Hameury – Vocals
Bastiaan – Guitar
Patrick Waltmans – Guitar
Maurice Brouwers – Bass Guitar
Joep Beckers – Drums