Recensione: I Colori Del Nero
Nati nel 2002 dalle ceneri dei Blackage, i Neronova partono con l’idea di fondere insieme sonorità rock/metal ed atmosfere più dark-oriented, il tutto condito da un cantato in lingua madre coraggioso e sicuramente non privo di fascino. Per quanto riguarda il nome della band, la scelta del monicker nasce dalla volontà di rappresentare lo scontro di due anime antagoniste (nero, la paura del cambiamento, nova lo stimolo all’esperienza).
Registrato presso i Fear Studios di Alfonsine (RA) tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, I Colori Del Nero è il secondo full-length autoprodotto della band modenese ed esce a tre anni di distanza dall’esordio siglato con Memorie Di Un Clown. Il sound racchiuso al suo interno è un hard rock che si fonda essenzialmente su strutture ritmiche decisamente semplici e lineari. La prima nota dolente che si può riscontrare nelle composizioni dei Neronova risiede sicuramente nel lavoro delle chitarre, le quali risultano essere fin troppo poco efficaci nel sorreggere l’andamento dei pezzi, mettendoci di fronte ad una serie di riff che nella maggior parte dei casi sono fin troppo scialbi e privi di mordente. Lo stesso discorso vale per la prestazione del singer, sempre in primo piano (anche fin troppo) con un voce (se così si può definire) totalmente fuori luogo e priva di una qualsivoglia impronta timbrica che la faccia figurare come tale. Il vero problema non è tanto se la band si limiti o meno a scopiazzare semplicemente le opere altrui senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già detto da migliaia di altri gruppi in circolazione, in questo caso, il combo modenese tenta, senza successo, di rendere la propria proposta personale e fuori dagli schemi. Purtroppo il tentativo è piuttosto vano e risulta essere veramente difficile riuscire a digerire in pieno le singole tracce, anche dopo una serie ben nutrita di ascolti. Altra nota dolente del prodotto è un cantato in italiano che viene affiancato a testi di una banalità disarmante e che, nella maggior parte dei casi, risultano essere quasi privi di significato. Resta da segnalare la cover decisamente fuori luogo che troviamo presente in tracklist: si tratta infatti di Like A Prayer di Madonna, re-interpretata nel peggiore dei modi sia a livello strumentale, sia per quanto riguarda la pronuncia inglese quasi incompresibile.
Insomma, I Colori Del Nero alla fin fine è semplicemente un disco che fa acqua da tutte le parti. La produzione è forse l’unico fattore che riesce un tantino a salvarsi, ma per il resto ci troviamo di fronte ad una serie di pezzi che, per quello che sono attualmente, andrebbero ripensati e rielaborati totalmente.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 Proposta Indecente
02 Tra Santi E Droghe Pesanti
03 Medea
04 Molotov Cocktail
05 Pietre Al Confine
06 Decadance
07 Like A Prayer
08 Volgare
09 Pornoband
10 Noia E Gloria
11 Romeo
12 Demoni E Dei
13 Alla Fine Del Giorno