Recensione: I Compagni Di Baal

Di Angelo D'Acunto - 17 Aprile 2011 - 0:00
I Compagni Di Baal

Si è fatto attendere un bel po’, anche più del previsto, il ritorno de L’Impero Delle Ombre. La band, nata nel 1995 dalle menti dei fratelli Giovanni e Andrea Cardellino, è arrivata al suo esordio solo nove anni più tardi (nel 2004) con un disco omonimo, caratterizzato da quelle atmosfere oscure tanto care al doom di scuola sabbathiana, più un cantato in lingua madre che, nel bene o nel male, ha attirato su questo progetto l’attenzione degli “addetti ai lavori” e, soprattutto, del pubblico. Poi l’annuncio del nuovo disco, ispirato allo sceneggiato francese del 1968 Les Compagnons De Baal, che arriva oggi alla sua release a ben sette anni di distanza dal debutto della band.

Rispetto al suo predecessore, I Compagni Di Baal si presenta innanzitutto come un disco notevolmente più maturo e, soprattutto, curato nei dettagli; mentre dal punto di vista del sound rimane comunque ancorato alle lezioni impartite dai Black Sabbath settantiani (che verranno omaggiati più esplicitamente con la bonus track Snowblind), più l’aggiunta di una netta componente progressive che diviene ancora più marcata grazie alle tastiere di Oleg Smirnoff (vero e proprio valore aggiunto in fase compositiva). Tastiere che, sia come accompagnamento, sia nelle parti solistiche, tendono ad enfatizzare notevolmente le atmosfere lugubri che caratterizzano ogni singola traccia. Notevole anche il lavoro alle sei corde di Andrea, autore di soli ispiratissimi, e non da meno la voce di Giovanni, decisamente più drammatica ed espressiva rispetto agli esordi.
Il risultato è sicuramente notevole, grazie anche ad un concept decisamente impegnativo e, non da meno, affascinante. Quella che colpisce di più è però l’attitudine teatrale con cui vengono intepretati i pezzi, la quale rende l’esecuzione di gran lunga simile alla messa in scena di un’opera. L’ascolto non è invece mai troppo impegnativo, ma nemmeno così facile: in sostanza, I Compagni Di Baal si presenta come un disco che, anche nella sua immediatezza, ha bisogno di qualche ascolto in più per essere apprezzato in pieno. E qui la cosa diviene piuttosto facile, vista la sua capacità di non stancare, nemmeno dopo svariati giri nel lettore.
Le iniziali Diogene e Divoratori Della Notte (anticipate da un’intro degna di un film horror) rimangono legate al doom nella sua forma più classica, con il finale della seconda tendente più alla sponda heavy del genere, che non mancherà di farsi notare anche con L’Oscura Persecuzione e l’ossessiva Cosmochronos. La successiva Ballata Per Liliana, invece, rimescola un po’ le carte in tavola, consegnandoci un pezzo che definire come struggente sarebbe fin troppo riduttivo, ma non solo, questa è anche la traccia che più si avvicina alle produzioni di rock progressivo dei seventies, senza comunque perdere di vista le atmosfere oscure e opprimenti che caratterizzano l’intero lavoro. Atmosfere che raggiungono il loro limite con l’inquietante La Caduta Del Conte Di St. Germain (quasi claustrofobica nel suo incedere) e la splendida Sogni Di Dominio, quest’ultima anticipata dagli inserti di hammond (ad opera del “solito” Smirnoff ) letteralmente da brividi.

Resta veramente poco da aggiungere, se non che I Compagni Di Baal è il classico disco che ripaga i soldi spesi per l’acquisto, nonché tutti questi anni di attesa. Un album che, semplicemente, si piazza per diritto fra le uscite imperdibili dell’anno in corso. A noi rimane solo la speranza di non dover aspettare così tanto per la prossima release de L’Impero Delle Ombre, anche perché dopo un disco del genere sarebbe fin troppo straziante.

Angelo D’Acunto

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Tracklist:

01 Compagni Di Baal (Overture)
02 Diogene
03 Divoratori Della Notte
04 Ballata Per Liliana
05 L’Oscura Persecuzione
06 Cosmochronos
07 Sogni Di Dominio
08 La Caduta Del Conte Di St. Germain
09 Tutti I Colori Del Buio (Final)
10 Snowblind (Black Sabbath Cover)

Line Up:

Giovanni ”John Goldfinch” Cardellino: vocals
Andrea Cardellino: guitars
Oleg Smirnoff: keyboards, organ
Fabian Oliver: bass
Dario Petrelli: drums