Recensione: I Corti di Verbo Nero / New Rose of Tomorrow and Dead Unplugged
Non sono talento e creatività a difettare ad Alessandro Bevivino, interessante e poliedrico artista friulano coinvolto, nel corso degli ultimi anni, in una cospicua serie di progetti dalle sfumature difformi e decisamente variegate.
Dal thrash, alle spigolosità cyber death, sconfinando nel crossover più acceso ed acido, Bevivino ha sempre mostrato una notevole abilità nel variare registro d’interpretazione, lasciandosi trasportare dal mare delle emozioni prodotte dai suoni della propria musica, vissuta come arte a tutto tondo ed alla quale consacrare gran parte delle proprie aspirazioni.
The Fabulous Concerto, Tron ed i più noti Cyber Cross, sono alcune delle creature messe in circolazione dal musicista, espressioni sonore volte ad un’esuberanza dei toni spinta verso vette dal taglio talvolta estremo, attraverso cui veicolare sensazioni molto energiche e potenti.
È tuttavia con il progetto New Branch e con il successivo ed ancor più ambizioso I Corti di Verbo Nero, che la personalità autentica di Bevivino ha potuto realmente mettersi in luce, sprigionando in un composto votato alla semplicità acustica del rock intimista e rurale, l’anima più tangibile e nascosta di questo atipico cantastorie nostrano.
Lontano anni luce dagli eccessi del metal più ruvido e furibondo, i due side project prosperano, infatti, sull’emotività di brani costruiti per sola chitarra e voce, accompagnati da un’aura di “vissuto” e polveroso spirito cantautoriale che ne eleva in modo considerevole il fascino intrinseco e la capacità di regalare immagini dal sapore volutamente cinematografico.
Molto affine in alcuni frangenti al classicissimo “Book Of Shadows” del grande Zakk Wylde – artista del quale il buon Alessandro sembra voler rapire anche le intonazioni vocali – la proposta elaborata in piena solitudine d’intenti colpisce per l’inattesa profondità e per il palpabile “feeling” che riesce a comunicare nello spazio di poche note.
Un afflato romantico e passionale che sa talora di vecchio west (non a caso “I Corti di Verbo Nero” è pensato proprio come una sorta di colonna sonora di un ipotetico spaghetti western) e molto più spesso, evoca malinconici tramonti sul mare dei ricordi, inanellando una serie di canzoni che si insinuano sotto pelle e contribuiscono nel costruire atmosfere dal singolare effetto decadente.
Data la lunghezza e la quantità di carne messa al fuoco dai due concept (oltre sessantacinque minuti per New Branch e circa quaranta per I Corti di Verbo Nero, compreso l’ep complementare “Disco Samurai”), è naturalmente più che normale incontrare di tanto in tanto qualche passaggio meno performante e significativo, in cui percepire rughe di stanchezza ed un minimo di calo d’ispirazione.
“New Legend”, “Pop Down” e “You Gotta Snap Me” ad esempio, sono un trittico d’episodi piuttosto insipidi e tutt’altro che memorabili.
Le armonie scavate e consunte di polverose tracce di stravagante southern country come “Dead Unplugged” (100% Zakk Wylde!), “Earthquake Motel”, “Rusty Nails”, “New Rose Of Tomorrow”, “Kill Me” e “Desert Race” pareggiano in ogni modo il conto con tanto di interessi, lasciando come mancia una sensazione di viscerale e struggente passione dai risvolti quasi “dark” nell’arrangiamento delle ambientazioni e nell’uso della voce, persino avvicinabile – di quando in quando – ai toni gutturali e profondi di Carl McCoy dei Fields of The Nephilim.
Un accostamento nemmeno poi così peregrino, considerato l’interesse altrettanto acceso del grandissimo compositore inglese nella commistione tra atmosfere dark ed attitudine western.
Le influenze principali, riconducibili a certa produzione di Alice in Chains, Soundgarden, Faith No More ed ovviamente dello Zakk Wylde solista, descrivono solo una piccola parte dell’universo assolutamente privato e lontano da termini di paragone, edificato da Alessandro Bevivino nel confezionare questi due singolari side project, dall’essenza rock pur senza possederne i connotati più tipici.
Infarciti d’ironia e da una spruzzata di umorismo (del tutto inesistenti per dirne una, loghi e marchi di studi discografici, label e distributori presenti sulle copertine dei cd), New Branch ed i Corti Di Verbo Nero sono insomma un’esperienza anomala nel panorama musicale underground della nostra penisola.
Una proposta esclusiva, visionaria, fuori dagli schemi, aliena a qualsiasi logica commerciale. Che a qualcuno potrà piacere e ad altri risulterà un pelo indigesta sin di primo acchito.
Ma proprio per questo, molto personale, al punto da apparire la creazione giocosa e nemmeno troppo seria, di un artista vero e talentuoso che si è divertito nel plasmare una serie di fotogrammi insoliti, nelle tonalità più consone ed affini al proprio animo più intimo.
Per contatti : aless.wolf@libero.it
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Tracklist:
New Branch – “New Rose of Tomorrow and Dead Unplugged”
01. Dead Unplugged
02. Earthquake Motel
03. Justice And Mud
04. New Rose Of Tomorrow
05. Behind Blue Eyes
06. New Bread
07. Sabbia
08. Dry
09. New Legend
10. Pop Down
11. Rusty Nails
12. You Gotta Snap Me
13. Down, Down, Down
14. Arabian Trip
15. Revolution Counter
I Corti Di Verbo Nero – Original Sound/Track
01. Flood Of Tears
02. Kill Me
03. Baradeida
04. Koko B.Ware
05. Desert Race
06. First November
07. Verbo Nero
Disco Samurai EP – I Corti Di Verbo Nero – Original Sound/Track
01. Primitive Nature
02. Black Water
03. My Celebration
04. This Is For You
Line Up:
Alessandro Bevivino – Voce / Chitarra
Eric Lucon – Basso