Recensione: I Have Little To No Memory Of These Memories
Finali dei play-off NBA. Dopo l’ennesima magia cestistica di Lebron James, l’allora commentatore Flavio Tranquillo mandò in estasi migliaia di spettatori con una delle sue frasi più iconiche: «Un uomo solo al comando!».
Oggi, ascoltando e recensendo questo singolo poderoso, forte dei suoi 47 minuti di durata, sento riecheggiare quelle parole e non posso che tradurle in quello che l’artista ha tradotto in musica attraverso il proprio progetto. Si scrive One Man Band, si legge Michael Mills: a voi i Toehider.
L’artista australiano, polistrumentista dai maroni di ghisa, ci dona questa opera che, posso assicurarvi, rappresenterà una sfida non indifferente per tutti coloro che decideranno di lasciarsi tentare. A partire dall’artwork coloratissimo ed alienante, ci rendiamo subito conto della miriade di possibilità che questa traccia potrà porci in esame una volta premuto play.
La cosa che veramente lascia increduli non è tanto la tecnica, caratteristica sicuramente non da poco in un lavoro di stampo progressive metal, quanto la varietà di stili che man mano si susseguono durante l’ascolto. Se i primi minuti appaiono come il riflesso di artisti quali Devin Townsend e Ayreon, non dobbiamo attendere molto per essere catapultati nelle sonorità più ruvide proprie di quel groove tanto caro ai Pantera, per poi ancora essere sparati alla velocità della luce tra le note speed thrash più cariche e adrenaliniche.
Insomma, per chi cerca sperimentazione e varietà stilistica, qui c’è pane per i palati più raffinati e si parla di quello buono unto col grasso del lardo, non certo raffermo e rinseccolito.
A livello tecnico siamo di fronte a un pezzo splendido, che fa della sapienza di Michael il caposaldo di un’alchimia che non denota alcun punto debole: se gli Ayreon non hanno segreti per voi, questa musica fa decisamente al caso vostro. In caso contrario, “non cincischiate”, sicuramente non ve ne pentirete.
Trovare al giorno d’oggi artisti che sanno tradurre in musica una così vasta gamma di idee, senza che queste sfocino in un vanaglorioso tentativo di dimostrare che le dimensioni contano oltre ogni ragionevole dubbio, non è certo cosa da poco: se a farlo è inoltre un solo componente, possiamo chiudere un occhio e accettare che siano anche di dimensioni ragguardevoli.
Album come “I Have Little To No Memory Of These Memories” meritano soltanto pagine di elogi, perché sono la dimostrazione di come genio e sregolatezza nel mondo della musica si traducono inevitabilmente in puro divertimento. Consiglio a tutti di dargli una possibilità, e vedrete che resterà impresso nella vostra memoria molto, ma molto a lungo.