Recensione: I, Infidel
Il mercato occidentale è sempre stato la bestia nera del metallo nipponico, oggi come in passato. Raramente una band del Sol Levante è riuscita a emigrare con successo all’estero – i Loudness sono il classico esempio sulla bocca di tutti, eppure non hanno lasciato eredi – mentre non si contano i casi di gruppi snobbati in casa propria (l’Italia è primatista in questa disciplina) e accolti trionfalmente dal pubblico giapponese. Qualcuno obietterà che la media qualitativa delle produzioni asiatiche non è paragonabile allo standard fissato dai colleghi europei o americani, ma la verità è che pochi esperti possono permettersi di giudicare una scena rimasta genuina e intrigante ancora nel ventunesimo secolo, proprio in virtù della sua misteriosità.
Il piatto del giorno è la quarta fatica dei Ritual Carnage, agguerrita formazione di Tokyo che vanta oltre un decennio di attività con risultati altalenanti, nonostante un deal con la rinomata Osmose che farebbe gola a molti connazionali. Leader storico della band è il corpulento Damian Montgomery, ex-biker di Tampa (Florida) che ha riunito al proprio cospetto alcuni promettenti musicisti dagli occhi a mandorla, tra cui spicca il fido axeman Eddie Van Koide (dal cognome insospettabile). Il discreto successo del precedente The Birth Of Tragedy ha confermato la bontà di una proposta che, pur non brillando per originalità, è suonata con perizia tecnica e molto cuore, come ribadito nel nuovo I, Infidel: un lavoro il cui unico ‘difetto’ sembra essere la data d’uscita, fatalmente fissata in un periodo in cui le attenzioni della maggioranza sono per forza di cose rivolte altrove. E dire che fa molto piacere scoprire che là fuori c’è ancora qualcuno che, in barba all’anagrafe, è capace di proporre dell’ottimo thrash metal fedele ai dettami della Bay Area: basterà?
La risposta è nelle note di The Perfect Strain, opener dall’assalto lacerante che ha il merito di rompere subito il ghiaccio e catapultare l’ascoltatore in uno scenario rosso sangue. Il riffing micidiale della coppia Van Koide / Yamada la fa da padrone lungo i tre minuti scarsi di durata, rievocando nell’approccio lo stile della gloriosa H-Team – uno dei tandem meglio assortiti che la storia del genere ricordi – e contando su un notevole apporto della sezione ritmica, Naoya Hamaii e il suo drum-kit in testa; a dispetto delle apparenze, Danny ‘Carnage‘ Montgomery sfodera un cantato in tipico Belladonna-style (anche se certamente meno versatile), confermando una volta per tutte il desiderio di emulare gli eroi della propria adolescenza. Gli amanti nostalgici di certe sonorità non corrono il rischio di imbattersi in una fregatura, a patto di accettare un discorso che esula da ogni possibile suggestione progressista. Il vocabolario di questi musicisti non conosce il termine ‘innovazione’. Per tutti gli altri il consiglio è quello di dare una chance a brani di qualità come Terror Ends Here, squisitamente Evil Dead nel suo incedere, la slayeriana title-track (con una fugace citazione – più o meno voluta – di Hell Awaits) o Room 101, che fa il verso agli Anthrax che furono.
Note positive vengono dall’eccellente produzione, bilanciata tra i corposi suoni di chitarra e il muro di suono creato dalla sezione ritmica (la sezione centrale di Do Not Resuscitate è un brillante esempio), e dall’artwork firmato Joe Petagno, già al lavoro con Motorhead, Vital Remains e Angel Corpse. I, Infidel è una lezione di coerenza che si piazza ai piani alti nella discografia del combo giapponese, fiero quanto tardo portabandiera di uno stile, che, nonostante abbia già detto tutto, è ancora in grado di dettar legge. Chi è in cerca di novità guardi altrove, il resto può saggiare personalmente la padronanza di un genere maturata dopo anni di dura gavetta, nel nome di una passione mai sopita per il vecchio, bastardo thrash metal. Questi sono i Ritual Carnage: prendere o lasciare.
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist:
01 Imprisoned Secret
02 The Perfect Strain
03 I, Infidel
04 Thirst For Blood
05 These Chains
06 Do Not Resuscitate
07 Axiom
08 Straight To The Nether Regions
09 Room 101
10 All Too Human
11 Terror Ends Here
12 I Am War