Recensione: II
Nuovo lavoro per gli Archon Angel, il secondo per la precisione (d’altronde con un titolo come II, questo lo intuiva anche una gallina). Progetto che ruota intorno alle figure del chitarrista Aldo Lonobile (Secret Sphere, Edge Of Forever) e del cantante Zachary Stevens, noto ai più per essere la voce dei Savatage dal 1992 (senza dimenticare i Circle II Circle e Trans- Siberian Orchestra). La collaborazione tra i due nasce durante la lavorazione di Return To Eden dei Timo Tolkki’s Avalon e culmina con Fallen, il debutto datato 2020.
Formazione quella degli Archon Angel, che dopo l’abbandono del bassista francese Yvas Campion è diventata per quattro quinti italiana, con Stevens e Lonobile affiancati da Alessandro Delvecchio (tastiere), Marco Lazzarini (batteria) ed il neo acquisto Nik Mazucconi (basso).
Edito dalla Frontiers e disponibile da aprile 2023, anche su II, Lonobile e soci offrono un power/progressive con forti richiami ai Savatage. Similitudine quella con la nota formazione statunitense che balza all’occhio (o meglio all’orecchio) già dalle prime note di Wake Of Emptiness, dove note di pianoforte accompagnano la voce profonda di Zak Stevens. Il pezzo poi, prende la forma di un malinconico mid tempo scandito dalla chitarra corposa di Lonobile.
Quicksand, dopo un inizio sinfonico, sfoggia una veste più energica con la chitarra ancora a dirigere le danze e spruzzate di tastiere ad insaporire il tutto. n Fortress vengono messe in mostra trame epiche e solenni con la voce di Stevens che incanta ancora come ai vecchi tempi. Atmosfere solenni anche per Away From The Sun ed Afterburn, quest’ultima con la prorompente sei corde di Lonobile sempre protagonista.
Il disco è un continuo susseguirsi di riff massicci, melodia ed atmosfere suggestive, il tutto arricchito da passaggi sinfonici mai in eccesso. L’accostamento con i Savatage pare scontato, ed avendo a disposizione la voce di Zak, la tentazione di percorrere i terreni già battuti dalla storica formazione statunitense è forte, per certi versi quasi obbligata. Questi paragoni saltano all’attenzione in più passaggi, come ad esempio in Avenging The Dragon o la conclusiva Lake Of Fire, dove la presenza di parti vocali in polifonia, non può non rimandare ad alcuni brani storici della formazione capitanata da Jon Oliva.
I Will Return inizia in modo fulminante per assumere poi enfasi grazie alla buona prestazione di Stevens. Poi, ancora un paio di pezzi decisi con One Last Reflection e Bulletproof.
Il disco funziona e coinvolge: oltre alla qualità dei brani, una parte di questo merito và anche alla prova della band. Stevens e Lonobile sono ovviamente i grandi mattatori della situazione, ma non è da meno neanche la sezione ritmica ad opera di Lazzarini e Mazucconi. Infine l’onnipresente Alessandro Delvecchio che ricama parti orchestrali e finiture pregevoli.
Un riff tagliente ci introduce a Shattered, un heavy metal energico con belle melodie in evidenza.
Confesso di essermi avvicinato un po’ dubbioso a questi Archon Angel, in quanto vedevo in loro un gruppo fatto a tavolino da quattro turnisti con l’aggiunta di un cantante famoso per dare maggior attrattiva al progetto. E magari in fondo le cose potrebbero stare anche così, ma ciò non toglie che il risultato finale sia indubbiamente buono. Personalmente mi aspettavo un disco ben suonato, ma sostanzialmente incolore, che magari tentasse di scimmiottare lavori come Edge Of Thorn e Wake Of Magellan. Invece II si dimostra un prodotto valido, ben arrangiato e con tutti gli elementi al posto giusto.
Le citazioni ai Savatage non vengono certamente nascoste, ma avendo uno dei loro cantanti storici dietro al microfono, la cosa non può essere considerata tanto un crimine. Al contrario, sarebbe come avere in squadra un fuoriclasse come Pelè e farlo giocare in porta.
Il Mountain King Jon Oliva ha promesso che il prossimo disco dei Savatage sarà un lavoro da 100. Il qui presente II intanto può meritarsi un bel 80 abbondante.
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