Recensione: II: Morphosis
“II : Morphosis” è un’ascensione trascendentale che attraversa una spirale fragorosa di ossa e spettri per giungere al cospetto di una fiamma perpetua. L’oscillante lingua di fuoco è rinchiusa nella misteriosa lanterna dalla quale sgorga una luminescenza sinistra e terribilmente magnetica. É un tunnel spinoso e mutevole quello plasmato dai finlandesi Lantern, un cunicolo nel quale si fa fatica a capire in quale direzione si stia andando a causa delle sonorità volubili e sovvertive.
Sono passati quattro anni dal precedente “Below”, un periodo di tempo piuttosto lungo che è servito a nutrire quel fuoco fatuo che ha continuato a danzare nel buio dell’attesa sino ad essere imprigionato nel nuovo “II : Morphosis”.
La copertina dell’album è il primo ed unico indizio che mostra un ammasso ordinato, esemplare e sconcertante di teschi ed ossa. Una rivelazione proiettata sul sound privo di un’identità nitida, ma ricco di sfumature ed impregnato da diverse influenze sonore. I Nostri, infatti, riescono a sovrapporre generi quali black, trash e death old-school nel quale affiorano dissonanze tendenti al doom. Un lavoro minuzioso che sorprende ed affascina per la sua versatilità che rimane comunque immersa in atmosfere decisamente gelide ed oscure.
I ritmi potenti ed incalzanti sono spesso avvolti dalla sinuosità di riff ammalianti nei quali si incastrano taglienti schegge black che, come un eco, tornano a pungere durante tutto l’ascolto delle nove tracce. Gli assoli nevrotici di chitarra sono veri e propri baratri temporali che disorientano ed impressionano. La lenta ascensione è scandita da una voce abrasiva e tormentata che non scende nelle profondità del tipico growl ma serpeggia su timbriche solide e più definite.
Se dovessi a tutti i costi cercare una similitudine stilistica accosterei i Lantern agli svizzeri Bölzer per l’abilità nel creare spaventosi maremoti e riuscire a placarli in pochi passaggi, mantenendo alto il livello di tensione.
Tornando alla copertina si può notare, sotto la cornice pentagonale che delimita il cuore del duo scandinavo, la trasposizione scheletrica di un’anima condannata ad una prigione eterna. Addentrarsi in “II : Morphosis” vuol dire vincolare il proprio spirito ad una rincorsa ossessiva verso quella flebile luce accerchiata da un geometrico caos oscuro.
La finale ‘Lucid Endlessness’ è il perfetto epilogo di un miraggio asfissiante e sconfinato custodito con cura dai prodigiosi Lantern. Un’arcana diavoleria che vi tormenterà a lungo.