Recensione: III
Che Angela Gossow sia un’icona nel panorama musicale è fuori da ogni dubbio, non entrando nei meriti e demeriti che ha apportato all’interno degli Arch Enemy. La peculiarità della ‘female singer’ ha di certo un suo innegabile fascino, sia per una questione estetica, ma spesso anche dal punto di vista musicale, poiché molte di esse hanno ben poco da invidiare ai colleghi screamer. Ma non commettiamo l’errore di credere che la tedesca sia l’unica voce ad aver esplorato ambiti musicali estremi con la propria ugola: nel vecchio continente act come i finlandesi Nightwish, gli olandesi Epica e Within Temptation fino ai nostrani Lacuna Coil sono ormai da anni on the road grazie, in buona parte, alla vincente presenza femminile nella band.
Così come il marchio distintivo dei francesi Eths è la singer Candice, grazie alla quale sono venuti alla ribalta nel 2008 con il loro secondo disco “Tèratologie”. E, tra quel disco e il nuovo “III”, la band è ulteriormente cresciuta sotto il profilo musicale grazie a centinaia di concerti e alla partecipazione a Festival importanti quali Hellfest e Wacken.
La proposta musicale del combo marsigliese è alquanto varia e non catalogabile, poiché spazia in ambiti tra i più disparati ma evidenti riferimenti a elementi extra-metal presi in prestito da Korn, piuttosto che riff e poliritmie in stile Meshuggah, porterebbero far pensare, al primo ascolto, che la musica è incanalata in ambiti già esplorati. Ed ecco che una giusta dose di elettronica e arrangiamenti orchestrali uniti alla presenza di una voce femminile possono cambiare prospettiva. Candice è l’elemento che regola l’andamento di queste dieci tracce, ad eccezione della strumentale “Praedator”.
Solo qualche segnalazione delle singole tracce: “Voragine”, ”Harmaguedon” e “Adonaï” sono un’ottima presentazione con ritmi dispari alla Mesuggah, growl forsennati alternati a ritornelli melodici che mettono in mostra anche il lato clean della singer. “Gravis Venter” è destinata ad ampliare la cerchia dei seguaci, data la perfezione strutturale del brano, con la voce che crea melodie suadenti e una sezione di archi che cambia ulteriormente direzione, rendendo fruibile l’ascolto anche ai meno addetti ai lavori.
“Inanis Venter” e “Sidus” continuano il discorso intrapreso in maniera piacevole e a tratti sorprendente mentre “Proserpina” è il brano più strutturato con la voce sostenuta da synth ben inseriti, oltre che dall’ottimo amalgama sonoro dell’ensemble transalpino. “Hercolubus” è ancora un blend di sensazioni, con una prima parte aggressiva e una seconda melodica, in cui la voce prima e la sezione archi poi, conducono al finale con synth acidi, che nella successiva “Praedator”, fanno da background a un pianoforte minimalista, che funge da outro alla conclusiva “Anatemnein”, dove i sussurri iniziali di Candice si alternano alla sua melodicità nel ritornello, tra i più belli dell’intero platter.
I riff poliritmici delle chitarre di Staif e Greg, ottimamente sostenuti dalla ritmica, per molti tratti prettamente metalcore, evolvono spesso in direzioni inaspettate, soprattutto grazie alla voce. Candice dispone di un’ampia tavolozza da cui attinge in maniera equilibrata i diversi colori espressi durante tutto il disco, dal growl degno dei migliori brutal-man fino a melodie a volte ‘sdolcinate’, a sfumature sussurrate la cui scelta dei testi in francese, ad eccezione di qualche song, mette ancor più in risalto la sua duttilità.
La produzione è pressoché perfetta, affidata all’esperienza dello svedese Fredrik Nordström… eh sì, proprio quello degli Arch Enemy di “Wages Of Sin” e “Rise Of The Tyrant”. Pura coincidenza?
Vittorio “VS” Sabelli
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Tracce:
1. Voragine 3:45
2. Harmaguedon 4:49
3. Adonaï 4:00
4. Gravis Venter 5:04
5. Inanis Venter 4:25
6. Sidus 4:58
7. Proserpina 5:45
8. Hercolubus 5:05
9. Praedator 1:36
10. Anatemnein 7:42
Durata 47 min.
Formazione:
Candice – Voce
Staif – Chitarra
Greg – Chitarra
Damien – Basso
Guillaume – Batteria