Recensione: III – Burial

Di Giorgio Vicentini - 6 Gennaio 2006 - 0:00
III – Burial
Band: Blodulv
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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74

I Blodulv, almeno per il sottoscritto, sono il classico gruppo da seguire con dedizione più che adorazione; fa più la curiosità verso l’idea che hanno del black metal piuttosto che il piacere oggettivo derivante dai loro lavori. Se ci penso, non posso dire di adorare la forma della loro proposta dichiaratamente e univocamente votata al putridume black ridotto al midollo. Se poi ripenso ai due dischi precedenti (Blodulv e II), non saprei nemmeno stilarne una classifica, vista la loro quasi totale somiglianza. 
Eppure III-Burial sembra premiare la mia fedeltà.

A scanso di equivoci: quest’album è “noiosamente” in Blodulv style. Il terzetto svedese ha ormai marchiato a fuoco sulla carne viva la propria cieca passione per uno stile che nemmeno conosce la parola divagazione restando fedele ai propri dictat, tant’è che la prima track effettiva, dopo l’intro cacofonica e bestiale, smaschera perfino un sound simile a quello dei suoi due predecessori. 

A chi consiglio, dovendolo fare, il nuovo lavoro dei Blodulv? Ovviamente a tutti coloro i quali hanno capito la scarna e puzzolente pochezza strutturale dei primi due capitoli, ma anche ai curiosi, che potrebbero trovare più facile l’approccio ai pezzi recenti, quali l’ottima title track, “Tank Warfare” e “Beast Nocturnal“, i miei preferiti, nei quali campeggia come sempre lo scream filtrato all’inverosimile.
Sembra impossibile, data la materia in discussione, ma “Imperium Sanctum” e “Saint For Raping” riescono a rendere interessante, “vario” e digeribile una carcassa puzzolente, odiosa e insolente, sia musicalmente che sonoramente, vista la forza di una produzione chiassosa e lurida, ma di qualità notevole pur trattandosi di purissimo underground.

I dischi precedenti sembravano essere la prosecuzione di uno nell’altro, di un componimento nel successivo, un gioco a spremere lo spremibile, a mio avviso controproducente. Stavolta, un migliore assortimento ed una valida varietà ritmica, suonano vincenti pur rispettando l’impostazione di massima su tempi medi, drum machine ineccepibile, esecuzione in simbiosi con lo scopo della band. Un bel mix cafone del quale “The Digger”, “The Buried” e “The Dead” sembrano godersi, fregandosene altamente anche della banale banalità dei loro nomi di battaglia.
Un punto a favore di III-Burial è che ogni ingrediente ha una sua personalità, più marcata che nel passato, restando comunque una goccia importante nel mare di un feeling immutato che immagino come la testa amputata di “necrocapro”, dal quale gli svedesi strappano con i denti ogni brandello di carne per arrivare alle ossa, all’essenza dell’essenziale: al black metal scarnificato e ripulito del superfluo.

Chi non è un seguace del black a 360 gradi avrà il collo slogato a forza di scuotere la testa per il dissenso, schifando la pochezza di III-Burial, peccato che il paradosso voglia che sia proprio questa la sua forza: variare senza farlo. 

Tracklist:
01. Intro
02. Burial
03. Imperium Sanctum
04. Tank Warfare
05. Saint For Raping
06. Beast Nocturnal
07. My Offering
08. Haubitser
09. Outro

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