Recensione: III – So Long Suckers

Di Giuseppe Abazia - 26 Maggio 2007 - 0:00
III – So Long Suckers
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Genere:
Anno: 2007
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90

 E così è giunto il momento già da tempo annunciato, l’ora dei saluti finali per uno dei più grandi gruppi doom che abbiano mai calcato le scene. Albert Witchfinder lo aveva già stabilito fin dal 2006 che questo sarebbe stato l’ultimo album dei Reverend Bizarre, l’ultima perla a conclusione di una discografia praticamente priva di passi falsi, che ha imposto questo act finlandese come uno dei più importanti, amati e seguiti del panorama doom classico. Giusto il tempo di alcuni concerti di addio negli ultimi mesi del 2006 (di cui l’ultimo a Turku, Finlandia), prima di chiudersi in studio per la registrazione della loro ultima fatica, rivelatasi infine essere un monumentale doppio disco che rappresenta una summa di quanto i Reverend Bizarre hanno fatto nella loro carriera, una mastodontica opera doom che porta ovunque il marchio inconfondibile di uno stile ormai consolidato. I Reverend Bizarre non si sono mai presi troppo sul serio, e la loro attitudine scanzonata si riflette anche nel titolo di questo album: III – So Long Suckers.

Ma non prendersi troppo sul serio non vuol dire certo scadere nel faceto: fra un omaggio ai grandi del doom e qualche uscita un po’ sopra le righe, i Reverend Bizarre hanno sempre portato avanti il loro discorso musicale con estrema serietà e professionalità, a volte magari ironizzando su quelli che sono i tipici clichè del doom, ma mostrando sempre un profondo amore per questo genere, una devozione quasi religiosa per questa musica che, in un modo o nell’altro, cerca di invitarci alla riflessione e all’introspezione su tematiche di rilevanza personale, esistenziale, e filosofica. E chi, se non i Reverend Bizarre, può considerarsi fra i migliori interpreti di questo messaggio? Albert e compagni hanno messo in piedi, nel giro di pochi anni, una vera istituzione del doom, capace di abbracciare numerose delle sfaccettature che da sempre caratterizzano questo genere, ora facendoci sorridere bonariamente ascoltando proclami da improbabili paladini del doom (Doom over the world!), ora dandoci la giusta carica per andare avanti, ora facendoci seriamente riflettere con un testo impegnato e umilmente sincero. E’ proprio questa una delle caratteristiche che saltano all’orecchio ascoltando III – So Long Suckers (e all’occhio, se se ne leggono i testi): è un album dannatamente schietto, proposto alle orecchie e al cuore degli ascoltatori così com’è, per quello che è, presentandosi nella sua semplice eppure devastante potenza.

III – So Long Suckers è un macigno di due cd che spiazza per la sua freschezza, pur non portando alcuna particolare innovazione; spiazza perchè sarebbe potuto essere un semplice esercizio di stile volto a concludere in bellezza una carriera, una minestra riscaldata – seppure con eleganza – a tal punto da riempire ben due dischi, e invece non è niente di tutto ciò; spiazza perchè dimostra che i Reverend Bizarre hanno la capacità di suonare interessanti, galvanizzanti e sempre ugualmente potenti pur muovendosi entro i confini che essi stessi si sono posti. Altro che minestra riscaldata, III – So Long Suckers contiene alcune fra le più belle canzoni che il gruppo abbia mai scritto, in grado di racchiudere in sè la maturità accumulata nell’arco di due full-length e numerosi EP, split e singoli, ed elevare a nuovi standard la pura maestosità sonora che li ha sempre contraddistinti. Sezioni più rockeggianti, altre più cadenzate e pesanti, altre ancora più riflessive… in questo lotto di canzoni c’è tutto ciò che i Reverend Bizarre hanno sempre rappresentato, e la notevole durata delle tracce non tragga in inganno: non è brodo allungato, ma ostentazione di confidenza, di capacità compositiva, di bravura nel saper orchestrare le canzoni in modo tale da non annoiare mai l’ascoltatore, ma di tenerlo sempre incollato al disco ora con una linea di basso particolarmente azzeccata, ora da un assolo particolarmente coinvolgente, ora da un’interpretazione vocale che colpisce per la sua forza emotiva e la sua spiccata espressività. Melodie nuove, eppure familiari, ci fanno sentire a casa in un tripudio di magnificenza doom, e il rammarico che questo sia il loro ultimo album non può non fare spazio alla consapevolezza che questo ciclo non poteva davvero essere chiuso in modo migliore, che III – So Long Suckers è un album che raggiunge pienamente tutti gli obiettivi che si era posto, e che rappresenta uno dei punti più alti, se non IL più alto, mai toccato dai Reverend Bizarre.

Un capolavoro, ecco cos’è questo album. Più di due ore di musica suonata col cuore, destinata a lasciare un segno concreto e duraturo nella scena doom, nella speranza che un giorno il reverendo bizzarro risorga dalle proprie ceneri e torni ancora una volta a scatenare il suo pittoresco inferno. Intanto noi abbiamo da goderci questo monumentale epitaffio messo lì a ricordarci che, nonostante tutto, “eterna sarà la loro missione” e che d’altra parte “Cesare è per sempre”…

Giuseppe Abazia

Tracklist:

Disco 1
1 – They Used Dark Forces / Teutonic Witch (29:05)
2 – Sorrow (25:20)
3 – Funeral Summer (11:41)

Disco 2
1 – One Last Time (15:49)
2 – Kundalini Arisen (04:25)
3 – Caesar Forever (15:43)
4 – Anywhere Out Of This World (25:32)
5 – Untitled (Bonus Track) (02:35)

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