Recensione: Il Paradiso Non è Altrove

Di Nicola Furlan - 24 Novembre 2024 - 0:41
Il Paradiso Non è Altrove
Band: Nirnaeth
Etichetta: Andromeda Relix
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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70

I Nirnaeth sono una band thrash metal fondata a Bergamo nel 1990 da Marco Lippe, batterista, tastierista e unico membro originale rimasto. Con una carriera trentennale, Lippe ha portato avanti il progetto con dedizione, nonostante numerosi cambi di formazione e diversi side project, come il Nirnaeth Space Lab, una versione space rock della band. I Nirnaeth si ispirano al thrash metal della Bay Area californiana, ma non disdegnano la sperimentazione così come, è ampiamente percepibile la cruda anima del thrash teutonico di inizio anno Novanta. Un bel mix di ingredienti davvero.

Nel corso degli anni, la band ha accolto diversi musicisti, inclusi alcuni giovani artisti che hanno collaborato nelle formazioni più recenti. Nonostante i frequenti cambi di line-up, i Nirnaeth hanno pubblicato album significativi come “The Extinction Generation” (2015) e “Anthropocene” (2020). Quest’ultimo è stato registrato con la formazione “mark 4”, stabilizzata sotto la guida di Lippe. In totale, oltre 20 musicisti hanno contribuito all’evoluzione del sound della band, ognuno lasciando un’impronta unica.
Nonostante i numerosi cambiamenti, i Nirnaeth hanno costruito una reputazione solida, condividendo il palco con band come Cradle of Filth, Strana Officina e Ozric Tentacles. La formazione attuale, soprannominata “mark 5”, è ancora capitanata da Marco Lippe, che mantiene vivo lo spirito del thrash metal con testi impegnati e riflessioni profonde sul declino ambientale, sociale e spirituale dell’umanità.

Il Paradiso Non èAltrove” cattura tutta l’essenza del thrash metal, mescolando brutalità sonora e tematiche impegnate. La band propone riff serrati e potenti, accompagnati da una sezione ritmica che spinge ogni brano con precisione e ferocia. I pezzi sono ricchi di cambi di tempo e momenti di pura esplosione sonora, evocando i giganti del thrash ma conservando un’identità radicata nella scena contemporanea italiana. E lo si coglie bene da alcuni pezzi che citiamo in quanto hanno particolarmente colpito per qualità e ispirazione.
Tra i brani spiccano “World Wild Web” e “La Vendetta del Bosco“. “World Wild Web” esplora il tema della connessione virtuale e della disconnessione umana, un argomento attuale trattato con toni caustici e disillusi. Caratterizzato da riff incalzanti e ritmi energici, il brano critica il culto della superficialità digitale. “La Vendetta del Bosco“, con il suo titolo evocativo, porta un’atmosfera più cupa e misteriosa che ben si addice a un brano in cui la band esplora il rapporto tra uomo e natura, con un tono di rivincita e ribellione.
Wounded Knee” richiama un drammatico momento storico, rendendo omaggio alla resistenza dei popoli oppressi con un’energia cupa e violenta. Riff travolgenti e linee vocali incisive enfatizzano il senso di sofferenza e rivalsa. “Genativocidio” è un pezzo audace sia musicalmente che tematicamente, affrontando l’ingiustizia sociale e la decadenza morale. La canzone è aggressiva e graffiante, culminando in un assalto sonoro supportato da ritmi implacabili e un’atmosfera quasi apocalittica.

L’atmosfera di “Il Paradiso Non è Altrove” è densa e provocatoria, un’opera che mette a nudo il malessere della società contemporanea e il senso di alienazione che la pervade. I Nirnaeth costruiscono un universo sonoro oscuro e senza compromessi, esplorando tematiche attuali con critica pungente. La produzione essenziale esalta la furia grezza degli strumenti e la voce carismatica, dando vita a un album di forte impatto come la vera ed endemica scena thrash metal primigenia ha insegnato.
In conclusione, “Il Paradiso Non è Altrove” è un album di thrash metal, di quello vero, di quello che si fa un po’ fatica oggigiorno ad ascoltare. È un thrash metal che unisce aggressività musicale e contenuti impegnati. E anche qui, tutto suona come deve suonare! Ogni traccia offre un’esperienza intensa, stimolando riflessioni profonde e dimostrando come il thrash possa ancora essere un mezzo di espressione potente e significativo nonché, forse, immortale perché in grado di toccare le corde degli ideali dei musicisti e di chi, oltre alla musica, vuole dire qualcosa perché ha qualcosa da dire. La parte artwork poteva essere sviluppata e realizzata decisamente meglio, ma nella sostanza, è la musica che deve parlare. Complimenti alla band per questo valido capitolo musicale!

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