Recensione: Il Tempio Delle Clessidre
A.D. 1973. In un’Italia che rappresenta, insieme all’Inghilterra, una delle realtà più importanti (e imponenti) del rock progressivo, viene pubblicato Zarathustra. Il disco, oltre ad essere il capolavoro indiscusso dei Museo Rosenbach, può essere definito anche come una delle migliori opere (in ambito prog rock) mai apparse nel nostro paese. Da lì a poco nessuno sentirà più parlare di Stefano “Lupo” Galifi e soci, se non più tardi, grazie soprattutto ad un successo che verrà raggiunto solo dopo lo scioglimento della band.
Nel 2006 prende vita Il Tempio Delle Clessidre. Il nome, collegato all’album Zarathustra, non è sicuramente un caso: il gruppo, che nasce dall’incontro tra Elisa Montaldo e Galifi, inizia a muovere i primi passi riproponendo “semplicemente” lo storico concept album del 1973, cercando in ogni modo di mantenere vivi i tipici suoni vintage del disco, ma lasciando comunque spazio ad alcune piccole “rivisitazioni”.
A quattro anni di distanza dalla sua nascita, nel settembre del 2010, vede la luce il primo e omonimo studio album de Il Tempio Delle Clessidre. Se da una parte, ed è più che ovvio, l’attenzione degli appassionati è tutta per il nome di Galifi, dall’altra a farsi valere è la bravura dei musicisti coinvolti, a partire dalle tastiere di Elisa, vero e proprio fulcro delle composizioni della band. Ma non solo, a mettersi in bella mostra è anche un songwriting ispirato e, ancora più importante, maturo, che per una band al suo esordio rappresenta già un gran passo in avanti.
Come già detto, le tastiere assumono un ruolo piuttosto importante nelle composizioni, soprattutto nelle ampie parti strumentali, mettendosi sì in risalto, ma senza comunque mai troppo offuscare l’ottimo lavoro dei restanti strumenti, come nel caso dell’iniziale Insolita Parte Di Me, dove i suoni di organi, synth e pianoforte hanno la capacità di tessere trame piuttosto articolate, ma che rimangono sempre e comunque al servizio del collettivo. Ottima la prestazione di Galifi dietro al microfono, con il suo cantato caldo, espressivo e, in molti tratti, anche teatrale, e che ben si amalgama con le liriche poetiche. Notevole anche il lavoro della sezione ritmica, con un Paolo Tixi semplicemente perfetto, come nelle parti di batteria di Boccadasse, coadiuvato a dovere da un bassista precisissimo come Fabio Gremo e dalle sei corde di un Giulio Canepa essenziale in più occasioni (da notare il finale di Le Due Metà Della Notte).
Il disco, oltre ad essere molto orientato verso parti prettamente strumentali, dove le note sullo spartito compiono le più fantasiose acrobazie (come nel caso di Danza Esoterica Di Datura e dell’inquietante Faldistorum), tende, nella maggior parte dei casi, a prediligere un’andatura piuttosto blanda, in modo da incentivare soprattutto le atmosfere più eleganti (la splendida Il Centro Sottile, ad esempio), senza comunque disdegnare troppo i momenti più diretti e coinvolgenti, come nel caso delle ritmiche “furiose” di L’Attesa.
Emozionante. L’esordio de Il Tempio Delle Clessidre è un disco capace di emozionare dalla prima all’ultima nota suonata, senza mai stancare, nemmeno dopo numerosi giri nel lettore. Quella a cui stiamo assistendo è un’autentica e strameritata rinascita del rock progressivo italiano, grazie a vecchie glorie tornate in attività e, soprattutto, a giovani formazioni decisamente valide capaci di reinterpretare come si deve un genere che, fin troppo erroneamente, era stato dato per finito.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 Verso L’Alba
02 Insolita Parte Di Me
03 Boccadasse
04 Le Due Metà Della Notte
05 La Stanza Nascosta
06 Danza Esoterica Di Datura
07 Faldistorum
08 L’Attesa
09 Il Centro Sottile
10 Antidoto Mentale
Line Up:
Stefano “Lupo” Galifi: voce
Elisa Montaldo: pianoforte, tastiere, organo, concertina, voci, rumori
Giulio Canepa: chitarra
Fabio Gremo: basso
Paolo Tixi: batteria