Recensione: Illusory Existence

Di Alessandro Calvi - 7 Giugno 2003 - 0:00
Illusory Existence
Band: Orion
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Comincio questa recensione con una constatazione e cioè che ormai i confini tra i generi del metal stanno diventando sempre più labili. Se questo si può dire per le band famose e di lungo corso che scelgono di percorrere nuove strade musicali con le più diverse influenze, a maggior ragione può essere detto delle band che militano nell’underground. La maggior parte di esse cercano di trovare un modo personale di esprimersi per distaccarsi dagli stereotipi a cui potrebbero essere avvicinate, un suono che sia proprio loro per evitare di sentirsi dire la classica frase: “sembrano la copia di…”

Tutto questo discorso d’introduzione per presentarvi gli Orion, band della zona di Pavia che ha mosso i suoi primi passi più di cinque anni fa come cover band dei Metallica e che ora è giunta a sviluppare un proprio sound. Gli Orion si propongono a noi con un demo composto di 5 tracce piuttosto lunghe, tutte sui 5 minuti, e con un buon thrash impreziosito da frequenti inserimenti di tastiere e arrangiamenti orchestrali.
Ammetto che io per primo, quando mi hanno presentato a parole il genere che facevano, non ero molto propenso a ritenere di avere tra le mani qualcosa di valido, l’accostamento del thrash con tastiere e partiture sinfoniche non mi aveva fatto pensare molto bene, dopo l’ascolto però ho avuto la piacevole dimostrazione che mi sbagliavo.

Ma passiamo senza ulteriori indugi a parlare di questo demo. La base musicale è quella di un thrash di marca piuttosto veloce, con ritmiche sostenute e un buon lavoro delle chitarre. Gli strumenti suonano bene e si sentono, anche dal punto di vista delle produzione si tratta di un buon lavoro, inoltre benchè l’età media del gruppo sia piuttosto bassa, si tratta di una band molto tecnica. Le tastiere si incaricano di solito di occuparsi delle partiture sinfoniche che arricchiscono le canzoni, non abbiamo, tratte in qualche rara occasione, tastiere stile Stratovarius o Children of Bodom.
A quanto detto finora si aggiunge la voce, growl nella maggior parte del tempo ma che presenta anche alcuni passaggi di clean vocals. Proprio questa scelta per la voce dà ai pezzi una qualche sfumatura in più che va verso il black sinfonico.

Tra tutti gli aspetti messi in luce finora, forse proprio i passaggi di clean vocals sono forse quelli meno riusciti: mentre il cantante mostra di avere un buon growl e di saperlo usare piuttosto bene, il risultato non è altrettanto riuscito a mio avviso con la voce pulita. E’ di pochi mesi fa però lo split tra la band e il cantante Matteo Bravi, speriamo che il nuovo vocalist si riveli una scelta azzeccata.

Un discorso a parte merita la cover non accreditata sulla confezione del cd della canzone dei Manowar “Blood of the Kings”: di solito non apprezzo molto quando si prende una canzone di una delle mie band preferite come i Manowar e la si reinterpreta come in questo caso in chiave thrash con partiture sinfoniche, eppure devo dire che mi è piaciuta.

Per concludere direi che il mix presentato dagli Orion si rivela alle mie orecchie particolarmente riuscito, i ragazzi sono giovani ma hanno le idee chiare e il song writing è straordinariamente maturo, inoltre il cambio del cantante fa sperare in un sicuro passo in avanti per il futuro. Tutte cose queste che mi fanno pensare che possano avere più di una chance di riuscire, e riuscire bene, se continueranno a suonare come sanno fare.

Contatti:
Emmanuele Torchio
via Mazzini n° 100
27010 Linarolo (PV)
tel: 338 4012196
e-mail: orionlegions@tin.it

Tracklist:
01 Living Agony
02 Lord Byron
03 Tragedy (Illusory Existence)
04 Slaves of Yourselves
05 Blood of the Kings (bonus track – cover dei Manowar)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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