Recensione: Imaginary Friends
Giunti al secondo traguardo dopo la first release Today’s Report, semi-masterpiece targato 1999, il combo svedese concepisce dopo due anni di applicazione accademica Imaginary Friends.
I cinque propongono qualcosa di notevole come le aspettative lasciavano ben intendere dopo che l’udito aveva gradevolmente colto le finezze del primo full-lenght.
Il succo del nuovo lavoro ha un sapore intenso, ma digeribile con naturalezza. Le strutture ritmiche sono varie, relativamente complesse e cariche di moderate distorsioni che tengono il trend generale agganciato al concetto teorico di Prog Rock. Tali accorgimenti strumentali non di rado inciampano a favore di elastici refrains di squisito e divertente gusto orchestrale. I comparti tecnici espressi sono il punto forte dell’album perché la ricercatezza è tale da renderli non fini a se stessi, bensì convergenti al cuore pulsante del songwriting. L’aspetto compositivo è delicato, melodico ed interpolato tra vari punti che la band si prefigge e che vanno dalle classiche idee sui cambi di tempo, ai cantati oscillanti tra il potente e l’espressivo, ai richiami “Queen oriented” che pennellano qua e là l’intera opera.
Si va quindi dall’accattivante opener impreziosita di chorus di notevole impatto, alla velocità di “A Supposed Tour” schizzante tra tecnicismi ed accelerazioni potenti che a tratti possono ricordare i Dream Theater. Importante in tracklist pure “Biggest Mistake” dai puliti e melodici stacchi in cui ha evidenza tutto l’intenso, profondo lavoro del keyboarder Jerry Sahlin e nella quale gli archi dell’orchestra supportano le doti canore di Herman Saming che, soprattutto nella parte finale, dà forte significato alla canzone conferendole notevole personalità. Un plauso particolare alla title-track che sfiora i livelli della perfezione del New Prog Rock e che, puntualizzando, si potrebbe quasi definire Prog A.C.T. per il gusto più unico che raro del sound. Da citare infine la squisita mescolanza di suoni e chorus presente in “She-Male”, il mastodontico lavoro ritmico espresso in “Svetlana” ed i cambi di tempo da far invidia ai migliori Dream Theater imperversanti in “Second Thoughts”.
In sintesi, Imaginary Friends rappresenta una proposta valida, suonata senza eccessi da musicisti di un valore tecnico/espressivo notevole. L’unica pecca forse va attribuita ad una produzione un po’ acidula che predilige gli alti alla potenza e da qualche discontinuità dai passaggi soft a quelli più hard e viceversa. È un modo di operare che può piacere oppure no, ma che oggettivamente è anche un punto fermo del songwriting qui adottato. Realmente buon lavoro, non c’è niente di immaginario in questo.
– nik76 –
Tracklist:
01- Take it Easy
02- Hippest Flop
03- A Supposed Tour
04- Biggest Mistake
05- Imaginary Friends
06- She/Male
Relationships – The Long One
07- At The Altar
08- Svetlana
09- No Perspective
10- Second Thoughts
11- Mr. Unfaithful
12- Gamophobia
13- Little Beauty
14- And They Lived Happily Ever After
Line up:
Herman Saming – Lead and Backing Vocals, Silent Trumpet
Jerry Sahlin – Synthesizers, Keyboards, Vocals, Backing Vocals, Vocoder e Synthetic Drum
Peter Asp – Bass guitar, Percussion and Backing Vocals
Ola Andersson – Electric and Acoustic Guitars and Backing Vocals
Tomas Erlandsson – Drums, Percussion, Backing Vocals
Co Starring: The Acting Orchestra