Recensione: Imaginative
Qualcuno lo fermi. Sembra non esserci cura per la grafomania incontrollata di Mr V, autore di qualcosa come cinque album con quattro formazioni diverse nel solo biennio 2006-2007. Dopo i lavori con Borknagar, Vintersorg e Cronian l’inesauribile Andreas Hedlund rimette mano ai neonati Waterclime, per donare immediato seguito al felice esordio “The Astral Factor”, a dimostrazione che il progetto vuole essere qualcosa più di un mero svago occasionale.
Come da copione, dopo un simile carico di fatiche il calo fisiologico giunge ahimé inevitabile. A farne le spese è proprio “Imaginative”: il tentativo di proseguire lungo il sentiero tracciato dal predecessore si conclude infatti con un successo solo parziale. Il buon vecchio Vintersorg non rinuncia a imprimere il proprio marchio personale alla tradizione progressive degli anni ’70, dalla quale il disco attinge a piene mani. Progressive sinfonico, folk prog, rock psichedelico, jazz-rock e scuola di Canterbury – con un occhio di riguardo per Yes, Jethro Tull, Gong e The Flower Kings – offrono la materia grezza dalla quale prendono forma nove brani che certo non difettano di inventiva o di originalità. Il problema in effetti non sta nella penuria di idee, ma piuttosto nel (dis)ordine delle stesse.
L’impressione a un primo impatto con “Imaginative” è quella di un caotico groviglio di suoni e colori su cui domina l’inconfondibile vocione di Mr V. Solo dopo molteplici ascolti è possibile rintracciare un filo conduttore che aiuti a cogliere il senso e la forma dei brani – e anche così il disco potrebbe rimanere indigesto ai più. Del resto, quando già al primo passo l’ascoltatore si trova subito perduto in una selva ritmica come quella di “Vision Of Void” – a conti fatti uno dei pezzi più digeribili del lotto – le prospettive sono chiare.
Idee e originalità a palate, insomma, ma un disegno generale troppo, troppo involuto, che finisce per disorientare e rendere l’ascolto più pesante di quanto la maggior parte degli ascoltatori sia disposto a tollerare. Non c’è dunque da stupirsi se gli episodi più fortunati sono quelli (relativamente) più lineari, come la luminosa “Sunset Morning” o “Moonstream Portrait”, tra i pochi a godere di un refrain (sempre più relativamente) immediato.
Non tutte le ciambelle riescono col buco: “Imaginative” dal canto suo non può dirsi propriamente un passo falso, quanto piuttosto la testimonianza di un certo affannamento artistico da parte del buon Andreas – che, giova ricordarlo, qui ricopre personalmente tutti i ruoli, strumentali e non – del resto perfettamente comprensibile alla luce del superlavoro cui il menestrello svedese si è costretto negli ultimi tempi. Il calo di tensione è peraltro testimoniato dalla prestazione vocale stessa: storicamente cavallo di battaglia delle produzioni siglate Vintersorg, un po’ esile e sottotono in quest’ultimo lavoro.
Al di là di tutto, la stima nei confronti dell’artista (una volta tanto la parola non è sprecata) resta salda. Non sembra nelle corde di Mr V la possibilità di concedere spazio alla banalità, e della sua ultima fatica può dirsi tutto tranne che si tratti di uno scaltro espediente per sbarcare il lunario. Al contrario, “Imaginative” è un disco fortemente egocentrico, che poco si cura del suo appeal sul grande pubblico e che per questo pare indirizzato prevalentemente alla cerchia dei fedelissimi.
Ciò considerato, di fronte all’evidenza dei fatti resta solo da sperare che il vecchio Vintersorg si decida a prendersi finalmente un periodo di riposo, per concedere alle idee non soltanto il tempo di rigenerarsi spontaneamente, ma anche di ordinarsi in un disegno composto e ben organizzato, che non costringa i comuni mortali a violentarsi le orecchie per decifrarne le trame.
Riccardo Angelini
Tracklist:
1. Vision Or Void
2. Flashes
3. The Angel And The Fireball
4. Moonstream Portrait
5. Starshine Theatre
6. A Journey To The Centre Of The Soul
7. Sunset Morning
8. Body Migrated
9. Twilight