Recensione: Immortal
Attendevo con ansia il nuovo lavoro degli svedesi Cryonic Temple, cioè il successore di In Thy Power, uscito nel 2005. Citando gli scandinavi, impossibile non rimembrare il possente Blood, Guts And Glory del 2004, album contenente, tra le altre, una mazzata terrificante come Mercenaries Of Metal, traccia abbonata al tasto “repeat”. L’esperienza, al quintetto di Borlänge, di sicuro non manca, essendo attivi dal 1996 e vantando un palmares di una manciata di demo e quattro dischi ufficiali. Dal vivo, poi, ulteriori note positive: Sweden Rock Festival, HeadBangers Open Air, Peace And Love, Gothenburg Metal Festival, Motala Metal Festival, 2000 Decibel e supporting act a leggende del calibro di Uriah Heep, Saxon e Paul Di’Anno.
La testa di ponte dei Cryonic Temple è sempre stata impersonificata dal ruvido cantante Glen Metal (Johan Johansson) che conferiva quel tocco in più che permetteva ai Nostri di sollevarsi dalla moltitudine delle band di HM Powerizzato europee. Non a caso ho usato l’imperfetto: la line-up è stata rivista in alcuni elementi e dietro al microfono, oggigiorno, vi è tale Magnus Thurin.
Quest’ultimo, pur essendo un singer decoroso e ben impostato, ha però fatalmente fatto svanire la magia dei Cryonic Temple. I cinquanta minuti di musica di Immortal, divisi in undici pezzi, scorrono veloci, senza però lasciare quel retrogusto che inevitabilmente porta il ditino a premere “play” un’altra volta.
La produzione è di livello, le chitarre graffiano a sufficienza e non si può certo asserire che gli svedesi non picchino il giusto. Il problema è che manca il songwriting ispirato, quello che poi fa la differenza: il risultato è che Leif Collin e soci si sono inabissati nell’affollatissimo panorama dei gruppi bravini ma simili ad altri mille.
Rispetto al passato, il suono si è indurito (Beg Me) e le chitarre, a tratti, sfiorano partiture Thrash. Fear Of The Rage picchia a la Primal Fear vecchia maniera, in Train Of Destruction il duo Collin/Ahonen trita che è un piacere ma tutto questo non basta. Nemmeno la passabile ballad As I Sleep riesce ad estirpare l’album dal piattume.
Personalmente riponevo nei Cryonic Temple tantissime speranze, purtroppo naufragate dopo questo semplicemente “solido ma normalissimo” Immortal. Vorrà dire che per perpetuare degnamente il verbo dell’HM ortodosso senza paraocchi ci si dovrà affidare, oltre alla nutritissima orda tricolore, a Wolf, Metal Inquisitor e Cast Iron.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
1.Immortal
2.Standing tall
3.Where sadness never rests
4.Beg me
5.Freedom calling
6.Fear of the rage
7.Time
8.Fight to survive
9.Train of destruction
10.As I sleep
11.Departure
Line-up:
Magnus Thurin – Vocals
Leif Collin – Guitars
Esa Ahonen – Guitars
Hans Karlin – Drums
Bjorn Svensson – Bass