Recensione: Immortal
La carriera artistica di Michael Hjelte (per gli amici Michael Hero), chitarrista svedese proveniente dai dintorni di Stoccolma, comincia all’età di nove anni, quando sotto la guida del padre (grande estimatore dei Kiss) imbraccia per la prima volta una chitarra e inizia a interessarsi al panorama musicale internazionale. Dopo aver registrato un paio di dischi (più un demo) con i Sons of Thunder (rispettivamente intitolati Load Aim Fire, risalente al 2000, e Circus of Power, pubblicato tre anni più tardi), l’axeman scandinavo decide, di comune accordo con l’amico polistrumentista Bjorn Sundstrom, di fondare gli Hero. A tre anni di distanza dalla pubblicazione del primo full length degli Hero, dal titolo Bless This Nation, vede la luce il secondo album del combo svedese, intitolato Immortal, dato alle stampe nel corso del 2009 dall’etichetta americana Retroactive Records.
Poche, pochissime le luci all’interno di questo Immortal. Sorretto da una produzione tutt’altro che eccezionale (soprattutto per quanto riguarda dei suoni di chitarra un po’ troppo spenti e impastati, e un volume della voce nel complesso troppo basso), questo secondo lavoro degli Hero ci propone una miscela di heavy melodico, power e gothic metal, una sorta di via di mezzo tra HIM e Iron Maiden, a cui vanno inoltre ad aggiungersi vari spunti dal sapore più marcatamente Kiss e Black Sabbath. Discreta tutto sommato la prestazione esecutiva del gruppo (anche se il cantato di Michael Hero e di Bjorn Sundstrom risulta in generale abbastanza monotono e un po’ troppo ripetitivo, soprattutto a causa di un’estensione vocale piuttosto limitata), decisamente meno riuscite invece le composizioni, davvero poco efficaci, e assolutamente carenti per quello che riguarda l’originalità. Dieci sono le tracce a disposizione all’interno di questo album, per un minutaggio complessivo di poco inferiore ai tre quarti d’ora di durata. Pezzi che mettono in luce un songwriting ancora abbastanza acerbo e privo di mordente quelli proposti in questo disco, costruiti su melodie estremamente orecchiabili e di facile assimilazione, e che denotano davvero pochi spunti degni di interesse: il problema principale di questo Immortal risiede infatti, oltre che in una grave mancanza di personalità da parte del quartetto scandinavo, in una palese carenza di idee, poche ed eccessivamente diluite nel corso della tracklist. Gli episodi migliori si manifestano soprattutto quando gli Hero decidono di lanciarsi in brani più compatti e maggiormente d’impatto, come nel caso della opener Immortal o della più scanzonata Rock the World.
Insomma, non rimane altro da aggiungere. Questo Immortal è a tutti gli effetti un disco abbastanza scialbo e banale, decisamente carente quanto a personalità e con una serie di idee piuttosto scarse e perlopiù mal sviluppate. Davvero pochi sono i brani in cui la band riesce ad esprimersi su buoni livelli, e tanti (troppi) invece i passaggi a vuoto che si susseguono praticamente per tutta la durata della tracklist. Un’uscita ampiamente trascurabile questa degli svedesi Hero quindi, un lavoro assolutamente povero di contenuti che appare destinato a perdersi in mezzo a una marea di uscite ben più interessanti e coinvolgenti.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist
01. Immortal
02. Blood Red Roses
03. R.I.P.
04. Punch In The Face
05. Imagine This
06. Gasoline
07. Funeral Of Death
08. When November Falls
09. Rock the World
10. Immortal We Are (Outro)
Line up:
Michael Hero – Lead Vocals & Guitar
Bjorn Sundstrom – Guitars & Vocals
Mauritz Vetterud – Bass & Scream Vocals
Dannie Boy – Drums & Vocals