Recensione: Impact

Di Alberto Fittarelli - 12 Ottobre 2003 - 0:00
Impact
Band: Dew-Scented
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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53

La più che prolifica Nuclear Blast, ormai attiva da tempo a 360° nel mondo metal, è la responsabile della pubblicazione di questo Impact dei tedeschi Dew-Scented: il quartetto si porta dietro da anni la fama di clone-band degli At The Gates, e da quello che ho sentito in passato direi che i motivi c’erano tutti; ma con quest’album la band vuole e riesce parzialmente ad affrancarsi dalle influenze del passato, senza però purtroppo metterci troppo del suo, e dando vita ad un dischetto dalle scarse ambizioni.

Dico questo perchè un disco di death/thrash penso che sia la cosa più facile da trovare, negli ultimi anni, insieme al pane ed al latte: ovvio quindi che si richieda alle bands una forte personalità, un ‘quid’ che li distingua nettamente dalle decine e decine di altri gruppi del genere; penso a quell’essenza capace di differenziare e far risaltare Darkane e The Haunted, per fare due nomi famosi. Cosa che però manca del tutto ai Dew-Scented, complice un’aridità compositiva da fare paura: Impact è costituito da 11 tracce del tutto simili tra loro, con arrangiamenti minimali e soluzioni ritmiche monotone ed abusate, il tutto condito da delle vocals abrasive come sempre ma, di nuovo, già sentite mille volte e, alla lunga, davvero stancanti.
Ho cercato di ascoltare più e più volte questo disco, per metabolizzarlo a fondo ed evitare le sparate basate su impressioni momentanee: ma giuro che è davvero difficile analizzare un album che sembra composto da diversi capitoli di una sola canzone, con solo qualche lieve variazione qua e là. Dopodichè capiamoci, tutto è come la professionalità della Nuclear richiede, con una produzione di alto livello, grafica accattivante, ecc… ma quella che manca (ormai troppo spesso, in molti dischi che mi passano per le mani) è l’anima, la voglia di creare qualcosa di davvero valido e duraturo.

Ma qui di duraturo c’è ben poco, dopo il decimo ascolto ancora fatico a distinguere una Down my neck dall’opener Acts of Rage (ma sono due esempi a caso, potrei estendere il discorso all’intera tracklist): batteria a mille, riffs serrati e taglienti in perfetto swedish-style, una voce a cavallo tra il thrash ed il death, ma di una monotonia incredibile… duole davvero dover giudicare così l’album di una band che comunque, nel bene o nel male, lascia da parecchio tempo tracce di sè nel mondo metal: ma se non vi sarà un vero e proprio stravolgimento credo che questi 4 ragazzi non andranno da nessuna parte. Ottimi musicisti, aridi compositori, si perderanno nel calderone del mercato metal mondiale.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Acts Of Rage
2. New Found Pain
3. Destination Hell
4. Soul Poison
5. Cities Of The Dead
6. Down My Neck
7. One By One
8. Agony Designed
9. Slaughtervain
10.Flesh Reborn
11.18 Hours

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