Recensione: In A Life Of Death To Nothing

Di Michele Carli - 26 Gennaio 2010 - 0:00
In A Life Of Death To Nothing
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Anno: 2009
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75

Si presenta decisamente bene, questo In a life of death to nothing. Jewel case e libretto stampato in modo professionale, sia per quanto riguarda il layout che il soggetto, corredato da foto, testi e qualche piccola informazione, sempre di aiuto quando si tratta di un demo. E soprattutto, gli Unconventional Disruption confermano questa impressione quando si inserisce il disco nel lettore.

Non c’è più da stupirsi, ormai, quando ci troviamo di fronte a un bel gruppo death metal italiano. Mi viene naturale pensare ai Natron, agli Hour Of Penance, o a formazioni più o meno recenti come Fleshgod Apocalypse o Septycal Gorge. Tutte realtà che hanno, e continuano ad avere, un costante e praticamente unanime feedback positivo sia in patria che all’estero. E l’underground continua a pulsare con piccole bombe pronte a esplodere, come ad esempio i romani Ade e, a questo punto, anche i milanesi Unconventional Disruption.

Con questo demo i nostri portano avanti lo stile del brutal death d’oltre oceano, ma non si tratta di  musica assimilabile al relativamente nuovo filone dello slam death. Le frequenti variazioni di tempo e la ricercatezza del songwriting li avvicinano di più a un misto tra il classico brutal dei Disgorge statunitensi, a un poco di hardcore e a un certo thrash fondato sul groove, con abbondanza di tempi cadenzati e rallentati, senza sfociare quasi mai nella velocità pura. L’opener Bleeding Breed ne è un esempio lampante, con la voce marcia e ipergutturale di Luca “Gory” Avanzini a gorgogliare sopra a controtempi psicotici ma comunque orecchiabili, grazie anche agli ottimi riffs di Massimiliano Galli e a una produzione, ancora una volta, assolutamente professionale.

La tecnica dei musicisti è decisamente buona, lontana dal livello amatoriale e più vicina a quella di una band già parecchio navigata. L’unico dato negativo (per il futuro del gruppo) da prendere in considerazione è quello di dover farsi largo in un genere già abbastanza ricco, per non dire saturo, con annessa difficoltà di trovare una label interessata. Nonostante questo, bisogna rendersi conto che gli Unconventional Disruption hanno tutte le qualità necessarie a creare un bel disco. Staremo a vedere se sapranno sfruttarle a fondo in un vero e proprio full length.
La promozione, intanto, non gliela toglie nessuno.

Michele “Panzerfaust” Carli


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Tracklist:

1. Bleeding Breed
2. Eutraliziation Ground
3. Meltin in God
4. Deformed Soul
5. Rectitude?

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