Recensione: In from out of Nowhere
Correva l’anno 2000 quando Davy Vain, frontman di quei Vain che abbiamo visto tornare a calcare le scene pochi mesi fa con On the Line, usciva con un album solista intitolato ‘In from out of Nowhere’. Non fu un successo ma non fu nemmeno un fiasco: insomma, come spesso accade a questo tipo di progetti, il disco finì nelle mensole degli inseparabili sostenitori del genere per poi essere dimenticato.
Nel 2006, come già accennato, i Vain tornano dopo quindici anni di silenzio: le regole del mercato discografico le conoscete tutti, ed ecco che a godere della riapparizione della main-band tocca anche al figlioletto solista di Davy, ormai già invecchiato di 6 anni e pronto per una ristampa: quella che arriva oggi a cura della Locomotive Records.
Il disco è tale quale quello di allora, e di allora restano anche le perplessità su un Vain non esattamente in grande spolvero – No Respect aveva tutto un altro carisma – e non esattamente orientato verso lidi ottantiani, seppur il timbro vocale del singer resti degno di nota. Forse la presunzione di poter dare alla luce un lavoro più eclettico di quelli partoriti con i Vain, o forse la voglia più che apprezzabile di non essere soltanto il fantasma di una formazione all’epoca praticamente estinta da 11 anni, hanno spinto Vain a infilare in questo progetto solista tutto il panorama rock americano: dal rock classico allo sleaze, fino alle cose più attuali come una ventata di psichedelia moderna. Il tutto senza dimenticarsi di quello street di cui aveva vestito i gradi di ufficiale a cavallo degli anni ’90.
In questo disco il vecchio Davy smette le vesti di paladino dello street e prova a dare origine a qualcosa di dissimile dall’hard/glam intransigente e d’impatto della giovinezza osando qualcosa di più. Ci vogliono però notevoli abilità di songwriter per fondere assieme così tante influenze e restare sempre e comunque efficaci, doti che Vain possiede solo in parte: apprezziamo lo sforzo, ma il risultato complessivo non va oltre la sufficienza.
Tracklist:
01. Push Me Over
02. Fly Again
03. Yellow
04. Electric
05. Come On Now
06. New York
07. Sugar Shack
08. Trinity
09. In From Out Of Nowhere
10. Not Your Space Man
11. Capsule
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini