Recensione: In Light Act II

Di Andrea Bacigalupo - 15 Maggio 2020 - 8:30
In Light Act II
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2020
Nazione:
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Gruppo interessante gli Warrior Within, provenienti dall’Australia ed assieme dal 1992.

In Light Act II’, disponibile dal 20/02/2020, è il loro secondo EP, successore di ‘In Darkness Act I’ del 2018.

Quattro brani di scuro Thrash con slanci epici, la cui registrazione grezza e profonda ne aumenta la carica emotiva e che confermano la strada intrapresa dal combo.

Niente di nuovo ma genuino ed istintivo, con una buona ritmica, compatta ed incisiva e tanto lavoro di riffing granitico ed assassino.

Buona l’idea di far accompagnare gli assoli unicamente dal martellare di basso e batteria, senza altre chitarre aggiuntive, mettendo in luce il vero valore del quartetto (che ha una sola ascia, quella di Tass Hadoulis) e della sua onestà artistica. Assoli tra l’altro carichi di buon pathos e parecchio dinamici.

Un po’ debole il cantato. Mi spiego meglio: non è che il vocalist Scott Macintyre sia male, anzi, la sua voce è profonda e cattiva tanto quella di un comandante delle legioni infernali; è che, più che cantare, racconta e, anche se lo fa con enfasi e buona interpretazione, questo uniforma un po’ tutti i brani e mette in secondo piano il lavoro degli strumentisti. Ci vorrebbe una modulazione più ampia.

Per il resto ‘Constrainer’ ha un tiro malvagio intervallato da una fumosa sezione Dark che spiazza; ‘Rat Race’, per la quale è stato registrato un video, è un assalto di cavalleria a spada tratta; i toni epici di ‘The Felling of the Oak’ la rendono molto emotiva e ‘Awakening’, un uragano interposto tra calme ondate di marea che s’infrangono sulla spiaggia, è una bella esplosione finale.

In Light Act II’ è una prova discreta, ma quella definitiva sarà data da un album. Non ci resta che attendere. Siamo fiduciosi.

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