Recensione: In My Dreams
Guarda un po’ chi si risente! Il tastierista Dag Selboskar ebbe un momento di discreta celebrità nella seconda metà degli anni Ottanta, quando la sua band, i norvegesi Da Vinci, pubblicarono due ottimi album di melodic rock nordico.
Rimessi in sesto i Da Vinci nel 2017, Selboskar ci ha preso gusto e ha deciso di avviare un progetto solista che ha nominato ZELBO, di cui questo In My Dreams è il disco di debutto. Circondato da musicisti di lunga e solida esperienza, Dag ci regala un buon disco di tipico AOR scandinavo tastieroso. Se amate i TNT, gli Europe, i Work Of Art, ma anche gli Angel, gli ZELBO certamente non vi dispiaceranno.
In My Dreams, dunque, ha i piedi ben affondati nella melassa melodica degli anni Ottanta, qui ulteriormente sottolienata dalla presenza massiccia delle tastiere, ma riesce nell’impresa di non suonare troppo retro. Questo grazie sia alla maestria compositiva di Dag Selboskar che alla naturale e costante capacità di risorgere dalle proprie ceneri che l’AOR dimostra ormai da decenni. E proprio “Phoenix Rising” è un dei pezzi più azzeccati di In My Dreams, giocando intorno a una melodia certo antica, ma sempre attuale, ben valorizzata da un arrangiamento elegante e del tutto adatto alla musica proposta dagli ZELBO.
Tra i migliori episodi del disco vanno annoverate anche l’opener In My Dreams e la cadenzata Get Up Get Over It, che ha un bel crescendo dinamico e convinto. E se Wild Young and Free è una discreta ballatona che si sente lontano un miglio essere composta da un tastierista, Heads On ha un bel piglio AOR, che forse avrebbe meritato una chitarra un po’ più distorta e presente.
Beautiful Flyaway e Next Flight To Venus sembrano due buoni pezzi della Night Flight Orchestra a cui è stato aggiunto un tastierista che ama fare il protagonista.
Small Town Girl è un’altra ballad, che però sa davvero troppo di già sentito, mentre Waiting for the End è un bignami dell’AOR, ricordando su tutti i Survivor. Discorso non troppo diverso per la conclusiva Every Little Thing.
In My Dreams è un buon disco: certo non sorprende ma neppure delude. Non scommetterei sulla sua capacità di durare a lungo nelle vostre playlist, ma sono sicuro che i pochi passaggi che gli concederete vi regaleranno momenti piacevoli. Non negateveli.