Recensione: In Real Time
In Italia John Waite è noto soprattutto al pubblico “generalista” per il grande successo che, negli anni Ottanta del ventesimo secolo, arrise al delizioso pop-rock intitolato “Missing You”, che godette dalle nostre parti, come peraltro in tutto il mondo, di incessanti passaggi televisivi e radiofonici. Gli appassionati ed esperti di melodic-rock, invece, sono più consapevoli del ben più amplio ruolo che il singer britannico ha avuto nella storia di tale genere musicale, a partire dai seminali lavori con la band The Babys, a cavallo tra la fine dei Seventies e l’inizio del decennio successivo, quindi come solista con full-length quali Ignition e quel No Brakes che conteneva l’hit di cui si parlava all’inizio, ed ancora con il supergruppo, un po’ Babys ed un po’ Journey, chiamato Bad English, autore di due album dei quali almeno il primo ed omonimo è una pietra miliare assoluta ed imprescindibile dell’AOR.
Adesso per Waite è tempo di rilasciare un live album, in attesa di nuovo CD di inediti annunciato per la fine dell’anno, ed ecco che la nostrana Frontiers Records ci propone questo In “Real Time”.
Il full-length, registrato nel corso del tour dello scorso anno, si apre con “Change”, che ci colpisce diretta come una stilettata, in una versione particolarmente hard, e che ci fa subito capire qual è l’impostazione del live-album: esecuzioni stringate, ruvide, dirette e senza fronzoli, piuttosto hard nei brani veloci, grazie anche ad una band asciutta ed agile.
Tale impostazione da un lato stride in qualche caso con l’essenza del suono tanto caro alla maggior parte dei cultori dell’AOR, che richiedono toni patinati ad addolcire le intemperanze hard-rock dei propri beniamini, dall’altro insaporiscono i successi di Waite con feeling, “tiro” e passione in ragguardevole quantità.
Peraltro qualche ruvidezza ben si abbina alla voce di John, calda, roca e screziata, che “In Real Time” ci restituisce potente, in gran forma e non scalfita, dunque, dal passare del tempo.
Lo dimostra il secondo brano in scaletta, “Back On My Feet Again”, tratta dal repertorio dei The Babys, catchy ed efficace, ed ancora di più “In Dreams”, prima, intensa ed appassionata ballata dello show.
Si prosegue con l’ottima “Every Time I Think of You”, e quindi con l’efficace ed intenso crescendo di “New York City Girl”, che parte con la voce accompagnata dal solo arpeggio di chitarra, prosegue con l’inserimento molto discreto della sezione ritmica, per chiudersi con l’assolo di chitarra.
Con “Best Of What I Got” entriamo in territorio Bad English, con una rendition grintosa (ma ci manca un po’ la sterminata classe esecutiva dei BE) di questo grandissimo classico dell’AOR, che ci porta dritti all’arcinota “Missing You”, in versione meno leccata ma sostanzialmente fedele all’originale.
Chiusura con due colpi di hard-rock diretti al cuore ed allo stomaco, “Head First”, con le sue melodie catchy e le sue ruggenti chitarre, e la cover di “Rock’n’roll” dei Led Zeppelin, valvola di sfogo per la band e soprattutto per l’ascia Luis Maldonado.
Ovviamente c’è anche una bonus-track (ma è un bonus obbligato, a parer mio, visto che un live di John Waite sarebbe stato monco senza questa canzone), e si tratta di “When I See You Smile”, ancora dal repertorio dei Bad English: una delle più affascinanti ballad che il rock melodico abbia mai partorito, numero uno nelle chart USA nel 1989, che qui rifulge ancora una volta in tutto il suo appassionato e cristallino splendore.
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Tracklist:
01. Change;
02. Back On My Feet Again;
03. In Dreams;
04. Every Time I Think of You;
05. Band Intro;
06. Prelude;
07. New York City Girl;
08. Best Of What I Got;
09. Missing You;
10. Head First;
11. Rock and Roll;
12. When I See You Smile*.
* Bonus Track
Line Up:
John Waite – Vocals, Rhythm Guitar on “In Dreams” & “When I See You Smile”
Tim Hogan – Bass Guitar
Luis Maldonado – Lead Guitar, Backing Vox
Billy Wilkes -Drums, Backing Vox