Recensione: …In The Arms Of Decadence
Il Kyrie Eleison è una preghiera della liturgia cristiana che ha origini greche e la cui traduzione in italiano equivale a “Signore, pietà”. Questo è il primo risultato che mi è apparso su Google quando ho digitato il nome di questo gruppo argentino. Che l’abbiano scelto per fede o come specie di preghiera di speranza per la buona sorte dei loro dischi non lo so, ma quel che interessa a noi è la proposta musicale e questo primo lavoro è davvero niente male.
Attivi dal 1998 e autori solo di un demo di tre canzoni nel 2005, questi quattro ragazzotti di Buenos Aires, giungono al salto di qualità con un disco autoprodotto (egregiamente), ma con tutte le caratteristiche da poter essere considerato un piccolo gioiellino nel suo genere.
Da fedeli fautori della scuola sudamericana, i Kyrie Eleison ci regalano undici canzoni ottimamente suonate, con una tecnica eccellente e una ricerca della precisione davvero notevole. Non vi aspettate un’originalità o un’innovazione da far gridare al miracolo, ma piuttosto pensate ad una miscela fatta di parti di Angra, Rhapsody, primi Dark Moore e, perchè no, anche dei più recenti Aquaria. Fondete il tutto e avrete i Kyrie Eleison.
Non sempre lo scopiazzare qua e là dai maestri (chi è, ormai, che non lo fa?) implica un flop e “…In The Arms Of Decadence” ne è la prova.
Undici godibilissimi brani, di cui quattro strumentali, sinfonici, non molto tirati, con quel tocco di neoclassicismo che si fa apprezzare soprattutto per i frequenti duelli tra chitarra e tastiera che accompagnano l’album per quasi tutta la sua durata. Veramente strabiliante la prova del chitarrista-tastierista Diego Ribeiro, ultra melodico, molto tecnico, ma mai banale e pretenzioso. Bravo anche il singer Alejandro Fernandez, fuori dai soliti canoni power con la sua voce pulita si, ma graffiante e più a suo agio nei brani lenti (ottima la prova nella bellissima “Since You Are Not Here”).
Una menzione particolare per la bonus track, la storica “The Show Must Go On” dei Queen, riproposta piuttosto fedelmente all’originale, ma sempre emozionante. Intendiamoci, Fernandez non è Mercury e lo sa, non spingendosi oltre il punto di non ritorno riesce lo stesso ad interpretarla a modo suo, molto dignitosamente.
Insomma, se amate i gruppi che ho citato sopra, la buona melodia e l’ottima tecnica, questo disco farà sicuramente per voi. Per me, un ottimo inizio di una band con grandi qualità, di cui spero si possa sentir parlare di nuovo. Se lo meritano.
Alessio ‘The MetalKeeper’ Meucci
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Tracklist:
1. Dei Donum 02:38
2. Facing the Rage 04:51 * MySpace *
3. Children of Pain 07:12 * MySpace *
4. Stillness 00:43
5. River of Tears 05:07
6. Inner 05:24
7. A Searcher’s Symphony 07:12
8. Darkness & Light – Vivace 01:43 * MySpace *
9. Since You Are Not Here 06:32
10. Liars 07:09
11. Inspiration 1756 02:02
12. The Show Must Go On (Queen cover) 03:56