Recensione: In The Arms Of Devastation
Ottavo capitolo per i Kataklysm, band che ha saputo reinventarsi ormai
diversi annetti fa con il botto di ‘Epic’, disco che per la prima volta
univa una quantità di melodia non indifferente al loro consueto “hyperblast”;
dopo quel disco era venuto il successo di ‘Shadows And Dust’, che li aveva
lanciati in patria e negli USA (quando già ricevevano da tempo consensi in
Europa) ed il discreto, ma non eccezionale, ‘Serenity In Fire’.
Con In The Arms Of Devastation i canadesi dimostrano di essersi
in sostanza assestati su di una formula precisa: una commistione di death metal
(ormai la parola ‘brutal’ ha veramente poco senso, per descrivere il loro
sound) e melodia di stampo heavy, con l’aggiunta di importanti parti thrash,
cariche di pesantezza: nascono così brani come It Turns To Rust, forse
il miglior esempio di continuità col passato nel segno di una lenta ed
inesorabile progressione; o della “gemella” To Reign Again, basata
sulle ripartenze melodiche del chorus. Non mancano episodi veloci, intendiamoci,
ma è probabile che questi ragazzi si siano stancati di giocarsi tutto
sull’aggressività e basta e sentano il bisogno di evadere, ma non abbiano
l’ampiezza di vedute per farlo in modo radicale; il loro sound sta iniziandoa
ristagnare e, per quanto indubbia sia ancora la passione che li anima, si
rischia di andare a timbrare il cartellino con scarsa ispirazione, in situazioni
simili. Solo la loro classe riesce ad evitare che ci si attesti su una
sufficienza risicata: ed immancabili idee vincenti, su tutte il groove che i
nostri decidono di inserire per variare la propria proposta.
Ma una produzione – pulita e digitalissima – che però appiattisce il
sound sulle ritmiche di chitarra e sul drumming, veloce ma non certo
impeccabile, non favorisce l’inserimento di aria fresca in un suono sviluppato
ormai da cinque anni e che avrebbe bisogno di nuove prospettive.
In The Arms Of Devastation diviene quindi un disco tecnicamente
impeccabile, ma che non aggiunge moltissimo a quanto detto nelle ultime release
della band: nove buoni brani, una splendida cover ed un sound ormai collaudato.
Può bastare al giorno d’oggi? La scelta agli acquirenti.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1.
Like Angels Weeping (The Dark)
2.
Let Them Burn
3.
Crippled And Broken
4.
To Reign Again
5.
It Turns To Rust
6.
Open Scars
7.
Temptations Nest
8.
In Words Of Desperation
9.
The Road To Devastation