Recensione: In The Dark … We Trust
Secondo episodio discografico per i liguri Overwhelm: ‘In the Dark … We Trust’, album che segue il valido esordio ‘Overwhelm’ del 2017.
Durante questo intervallo di tempo la band si è ulteriormente compattata ed ha maturato esperienza, anche grazie ad una buona attività live che li ha visti sui palchi d’Italia ed Austria.
In particolare ha irrobustito il suo stile senza snaturarlo: quel demoniaco Heavy Metal che esplose all’inizio degli anni ’80, quando la rabbia punk s’insinuò negli spartiti d’acciaio per trasformarsi in furia. Ancora non si sapeva ma questo, di lì a poco, si sarebbe chiamato Thrash.
Per cui niente fronzoli: nessuna tastiera avvolgente nel sound degli Overwhelm o pianoforti malinconici o antichi organi pomposi, ballate folcloristiche, urla di guerra vichinghe, mazurke, valzer o caroselli.
Gli unici strumenti che accompagnano la voce sono quelli forgiati sulle incudini delle officine infernali: ‘solo’ chitarra, basso e batteria, così come i Motorhead (ed anche i Venom) ci hanno insegnato.
Tre strumenti che, assieme, lavorano alla grande: il sound di ‘In The Dark … We Trust’ è profondamente scuro, aggressivo e malvagio … quello che serve per parlare di violenza, dolore, rabbia ma anche della forza e dello spirito che servono per non mollare mai, per non arrendersi di fronte alle difficoltà.
Batteria ad alta deflagrazione, linee di basso pesanti ed eclettiche, che a volte sfociano in incursioni soliste maligne ed esaustive.
Un buon lavoro di chitarra, soprattutto solista ed una voce determinata ed arrabbiata, ma anche carica di dolore, parecchio espressiva senza esagerare.
In parole più semplici quello degli Overwhelm è un songwriting che, parlando di Thrash genuino, può dirsi completo.
‘Still Evil’ è dura come le rocce che racchiudono l’Ade, con le sue strofe determinate, il refrain sintetico e l’accelerazione che porta all’assolo.
‘Do Not Look Back’ è nera come una notte senza stelle con la sua andatura veloce e marziale e la sezione pesante e feroce.
La title-track ‘In the Dark … We Trust’ è un attacco frontale frammentato da un interludio profondo che trasuda sofferenza.
E’ carico di enfasi il gioco armonico di basso e chitarra che introduce ‘The Way To My Self’, un pezzo smodato che un po’ ricorda la pazzia di tre angeli caduti in quel di Newcastel tanto tempo fa.
‘Social Decay’ è un calcio nei denti con un interludio pesantissimo.
E così via, fino alla fine: ‘In the Dark … We Trust’ è un disco vivo, senza attimi di noia e carico di avvincente adrenalina, un bel passo in avanti per gli Overwhelm.
Buone capacità tecnico–compositive, determinazione, coesione, belle idee: le componenti per evolvere ci sono tutte. Attendiamo il prossimo lavoro. Per ora più che bravi!