Recensione: In The Heart Of The Young
Sin dal primo album i Winger si sono distinti per il loro stile unico: un hard ‘n’ heavy raffinatissimo con venature funky e progressive in cui dettano legge i riff acrobatici e gli spettacolari assoli del funambolico Reb Beach, la batteria mai banale di Rod Morgenstein e la favolosa voce del grandissimo Kip Winger, cantante/bassista già visto nella band di Alice Cooper e, a detta di chi scrive, uno dei migliori vocalist in assoluto in ambito rock/metal per estensione, espressività ed eclettismo (da sentire, a questo proposito, anche il solista “Songs From The Ocean Floor”: una perla di classe assoluta).
‘In The Heart Of The Young’ è il secondo album del combo nordamericano e in esso non viene meno alcuna delle caratteristiche citate in precedenza: l’attenzione per gli arrangiamenti è maniacale, le tastiere discrete di Paul Taylor sottolineano e impreziosiscono con eleganza ogni passaggio, le percussioni assumono alle volte accenti più da fusion che da hard ‘n’ heavy, i cori sono molto particolari e ben eseguiti e qua e là fanno capolino addirittura dei tromboni a donare al tutto un tocco ancora più funky; le melodie, a volte in puro stile hard rock, altre volte dal sapore orientaleggiante (marchio di fabbrica del buon Kip), risultano molto longeve in virtù di una grande ricercatezza e molteplicità di influenze ed, egualmente, ognuno degli assoli intessuti da Reb Beach è magia pura, un concentrato di tecnica e velocità al servizio del gusto e dell’ispirazione.
Si parte a razzo con l’hard rock scatenato di ‘Can’t Get Enuff, brano da arena, ipercoinvolgente ma mai grezzo o approssimativo, a seguire le esplosive ‘Easy Come Easy Go’ e ‘Loosen Up’, molto funky oriented e dotate di melodie catchy eppure ricercate, e la bella ‘Miles Away’, vera hit dell’epoca ancora oggi udibile per radio, nonchè unica ballad presente.
Il terzetto seguente, composto dalle superbe ‘Rainbow In The Rose’, ‘The Day We’ll Never See’ e ‘Under One Condition’, rappresenta senz’altro l’apice qualitativo dell’abum: tre pezzi fantastici, molto eterogenei ed elaborati, caratterizzati da songwriting eccellente, arrangiamenti di gran classe e melodie orecchiabili ma durature, unite a passaggi di chitarra semplicemente superbi per stile e raffinatezza.
La successiva, e altrettanto valida, ‘Dirty Little Blonde’ si riporta su coordinate hard rock funky-oriented con Reb Beach a fare il verso a Steve Vai e Kip Winger ad intonare l’ennesima melodia vincente, mentre la sezione ritmica asseconda alla perfezione i continui e repentini cambi d’atmosfera e di tempo; un assolo di basso introduce la trascinante ‘Baptized By Fire’ : riff irresistibile e canzone che esplode subito in una melodia particolare e intonata con voce filtrata tra atmosfere mutevoli e innesti di pezzi rappati che impreziosiscono il tutto, in attesa della sfuriata elettrica di Beach: ragazzi che spettacolo!
Più classicamente nel solco della tradizione hard rock ‘You Are The Saint, I Am The Sinner’, pezzo in ogni caso molto riuscito che spiana la strada alla pirotecnica title track, aperta da un intro di tastiere e dalla voce Kip Winger che riprende la melodia anticipata nell’intro di ‘The Day We’ll Never See’, in attesa dell’entrata in scena del resto della band: un brano di altissimo livello che rispetta in pieno tutti i dettami del Winger-sound e con cui va a calare il sipario su un vero classico dell’hard ‘n heavy, suonato e composto da musicisti di prim’ordine e dotato di una personalità e di un valore intrinseco fuori dal comune.
Tracklist:
01. Can’t Get Enuff
02. Loosen Up
03. Miles Away
04. Easy Come, Easy Go
05. Rainbow In The Rose
06. In The Day We’ll Never See
07. Under One Condition
08. Little Dirty Blonde
09. Baptized By Fire
10. You Are The Saint, I Am The Sinner
11. In The Heart Of The Young
Line Up:
Kip Winger – Voce / Basso
Reb Beach –Chitarra
Rod Morgenstein – Batteria
Paul Taylor – Tastiere