Recensione: In the Heat of the Night
Esordio sulla lunga distanza quello confezionato dagli svedesi Age Of Reflection, band che dopo alcuni anni di intenso lavoro arriva con orgoglio a presentare questo “In The Heat Of The Night”, in uscita proprio in questi giorni.
Un artwork crepuscolare e dalle tonalità soffuse è il primo biglietto da visita per un prodotto che fin dai primi istanti della patinata ed atmosferica “Borderline”, chiarisce immediatamente quale sia l’obiettivo primario del giovane combo scandinavo. Un evocativo tappeto tastieristico si pone alla base di un brano granitico e ben suonato che, pur non brillando per originalità creativa, rievoca le magiche atmosfere degli anni ’80 grazie ad uno schema melodico semplice e piacevole, elemento che permette all’album di stuzzicare l’attenzione di chi è sempre rimasto fedele al sound che rese immortali icone come Bon Jovi, Europe, Treat e Survivor.
Una produzione limpida e ben definita esalta le capacità tecniche della band anche nella sognante “The Mirror Never Lies”, brano che si evidenzia per le interessanti linee vocali di Lars Nygren, protagonista di un refrain dinamico e gradevole, e per il guitar solo – breve ma efficace – ad opera di Jonas Nordquist.
Sulla scia delle precedenti canzoni, “Every Time” conferma con grande energia la bontà del songwriting proposto degli Age Of Reflection, i quali nonostante l’abuso di soluzioni poco personali, riescono comunque ad offrire qualche emozione.
Efficace la massiccia title track, sorretta da una sezione ritmica potente e da una notevole intensità. Melodia ancora protagonista assoluta nelle note della romantica “Always”, ballad ottimamente costruita ed elevata dalla buona interpretazione del già menzionato Nygren.
Anche in questo caso, ottimi l’assolo di chitarra – soffuso ma incisivo – ed il sottile velo tastieristico.
Gli Age Of Reflection tornano quindi a fendere l’aria in modo deciso con la più diretta “Evelyn”, episodio sottolineato da una maggiore carica aggressiva, attenta ad ogni modo a non offuscare la marcata componente melodica sempre e comunque in prima linea.
I nostri si dimostrano ottimi arrangiatori nei curati dettagli della successiva “Blame It On My Heart”, il cui arioso ritornello ne rappresenta senza dubbio la carta vincente.
Stessa sorte anche per “Now And Forever”, traccia che ripropone uno schema compositivo ormai collaudato e non innovativo, tuttavia sufficiente nel costruire un buon esempio di AOR.
Seguendo i canoni tipici del sound scandinavo, nelle ultime fasi dell’album la band assesta un buon colpo di coda con la avvolgente “You Are My Light”, l’energica “Dying For Your Love” e con la versione acustica della già apprezzata “Every Time”, ugualmente gradevole all’ascolto ma tutto sommato superflua, poco utile ai fini di un disco talora gradevole e ben confezionato.
Nulla di diverso da un buon disco di AOR, insomma. Con momenti decisamente godibili ed atmosfere tipicamente “scandi-rock” che non potranno non suscitare qualche germoglio d’interesse negli appassionati di tali sonorità.