Recensione: In The Name Of A God…
Sempre più oggigiorno sono i gruppi che tentano strade alternative, visto che il dogma del metal nudo e crudo è da diversi anni caduto definitivamente, lasciando così maggiore spazio a proposte particolari. I Misbelieving appartengono sicuramente a questo gruppo di bands, grazie ad un suono sicuramente difficile da catalogare. O meglio, di cui è difficile trovarne un’etichetta unica: quello che mi è parso di sentire infatti è stato un collage di diverse influenze, piuttosto che una fusione delle stesse. Elementi di varia natura trovano spazio all’interno di stesse canzoni, dandosi il cambio attraverso passaggi di varia natura.
In realtà le diverse aperture tastieristiche, le sfumature che in questo cd certo non mancano, lasciano ancora intoccato lo stato di anonimato del gruppo. Nulla del loro suono è veramente così particolare, così unico o comunque ricercato, da farsi associare immediatamente al gruppo. A dirla tutta manca anche continuità tra le diverse parti, ognuna incapace di legarsi alla successiva, e di creare la giusta omogeneità all’interno dei pezzi. Un esempio è l’intermezzo all’interno di “The Point Of No Return”, il quale inizia così come finisce, senza nessuna soluzione di continuità. Non è dunque semplice seguire l’andamento di canzoni piuttosto articolate, e di durata medio-lunga.
Nulla da dire sulla tecnica dei singoli, mai ostentata ma presente, e putroppo poco valorizzata da un suono ancora molto amatoriale (come è normale che sia su un demo). Peccato che questa non sempre contribuisca a reggere pezzi di una certa consistenza compositiva: per lo più sembra infatti di ascoltare sequenze senza un preciso indirizzamento che esca dal semplice schema tecnico, soprattutto nelle parti standard, prive di abbellimenti tastieristici. Questa amara impressione difficilmente viene smentita, considerato il fatto che moltissimi ascolti non sono tutt’oggi riusciti a farmi entrare in testa granchè di questi Misbelieving, un qualcosa che li possa identificare inequivocabilmente.
Per ora sinceramente non posso dirmi soddisfatto di quanto sentito; In The Name Of A God… è un demo che si fa dimenticare in fretta, e che non lascia molte impressioni, nè in positivo nè in negativo. Proprio questa sua anonimità è preoccupante, visto che quanto si propongono i Misbelieving non dovrebbe essere esattamente quello di essere un gruppo fra i tanti. Spero che il futuro eventuale inserimento di un batterista (per ora si affidano ad una drum-machine) e una maggiore attenzione nella composizione possano far emergere l’aspetto più interessante di questo gruppo; un aspetto che in questo lavoro, onestamente, non si è assolutamente sentito.
Matteo Bovio
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