Recensione: In Vain
In Vain è il nuovo lavoro dei Soul Demise, band teutonica dedita a sonorità Death-thrash, un genere che ha saputo invadere il mercato nel giro degli ultimi anni sulla scia del successo dei famosi gruppi svedesi. La pubblicità del management del gruppo, ci teneva a sottolineare che la produzione del disco era eccezionale. Da parte mia quindi arrivavo al primo ascolto, con l’idea che il disco avesse bei suoni, specie delle chitarre, che dovrebbero essere il tassello fondamentale in un album del genere. La mia ipotesi è stata completamente spazzata via dopo l’avvio del disco nel lettore. Il suono è molto confuso, con la batteria che sovrasta ogni strumento con una monotonia ritmica piuttosto evidente. Il tutto si trasforma in una massa sonora informe, che di certo non scuote l’ascoltatore con l’originalità delle composizioni. Le strade che offriva il genere sono state quasi tutte esplorate nel corso degli anni, e quindi presentarsi con un lavoro assolutamente canonico e privo di spunti originali non offre di certo grandi possibilità ad un gruppo che mira soprattutto a farsi notare.
Però due parole specifiche sul contenuto musicale devo spenderle: la prima track ad esempio, In Vain è caratterizzata da un batteria tiratissima, e dalle chitarre che con suoni non proprio adatti, intrecciano riff simil-At The Gates dettati dai due axe-man in forza al gruppo. Spunta inaspettatamente la settima traccia, Darkness Within, una strumentale di un paio di minuti dove le melodie hanno molto più spazio e riescono quindi a rifarsi le chitarre che con sapienti armonie offrono un pò di respiro all’ascoltatore. Troppo poco per giustificare 40 minuti di musica inutile.
Francesco “madcap” Vitale