Recensione: Incinerate
Che cosa si potrebbe dire nei
confronti dei tedeschi Dew-Scented che non sia stato gia abbondantemente
espresso? I nostri non fanno nulla per
facilitare in questo senso il lavoro di redattori e stampa specializzata neanche
con l’uscita del settimo album in carriera, Incinerate.
Fedelissimi al proprio stile, come prevedibile, i Dew-Scented non hanno
per nulla intenzione di cambiare direzione, come dichiaratomi dal frontman
Leif Jensen in sede d’intervista, animati solamente dalla voglia di
migliorarsi e di rendere la propria musica sempre più aggressiva e nello stesso
momento appetibile.
Mettendomi nei panni dell’acquirente medio, mi chiederei che cosa potrebbe
spingermi ad acquistare Incinerate, un album che non aggiunge
nulla all’immaginario che la band tedesca si è conquistata sul campo. Una
semplice risposta potrebbe essere che Incinerate è bello, potente, dinamico,
suonato da musicisti esperti e prodotto alla perfezione. Oggettivamente non ci
sono altre plausibili motivazioni, quindi apparentemente un disco tra i tanti…
Non è proprio così, perchè mettendo da parte una volta tanto lo spirito critico,
non si può non dire che Incinerate è dannatamente coinvolgente,
addirittura esaltante in più frangenti, l’espressione artistica di una
formazione che sembra aver trovato da tempo la propria dimensione. In una scena
con sempre meno novità, almeno affidiamoci a chi si “ricicla” nel migliore dei
modi.
L’extreme thrash metal (parole di Leif) è più vivo che mai in
Incinerate, forte di brani che promettono vittime in sede live, come il
trittico di apertura composto da Vanish Away, Final Warning, e
That’s Why I Despise You, con i soliti slanci death metal a tutta velocità
inseriti nel contesto dei brani a “brutalizzare” il tutto. Il songwriting si
fa più sicuro, senza stupire ma divertendo, e facendoci scapocciare a più non
posso con The Fraud, Into The Arms Of Misery, e Perdition For
All (con la ritmica e la parte solistica che vanno a braccetto a
meraviglia). Brani semplici ma non scontati, da ascoltare con una bustina di
Aulin a portata di mano (per lenire eventuali dolori cervicali), e senza
soffermarsi a ragionare troppo su quello che si ascolta. Una tracklist che
procede veloce, non priva piacevoli “sorprese” come Now Or Never o
Everything Undone, dalle strutture più elaborate (aggettivo da prendere con
le pinze), e come la coppia conclusiva Contraddictions e Retain The
Scars, in cui si intravedono leggere influenze del thrash “moderno” tanto in
voga ultimamente.
Un album impreziosito anche da ospiti eccellenti come Jeff Waters (Annihilator),
Gus G. (Firewind) e Mille Petrozza (Kreator), che
danno spessore a un lavoro che, seppur non brilli di luce propria, è formalmente
privo di difetti (contando anche la partecipazione di Andy Sneap al
mixaggio). La solita solfa? Sì, è vero, ma c’è modo e modo di riscaldare la
solita minestra… In mezzo a tante uscite tutte uguali e per la maggior parte
mediocri, contare sulla costanza, sulla passione e sulle capacità dei
Dew-Scented ripaga, credetemi. A voi la scelta.
Stefano Risso
Tracklist:
- Exordium [intro]
- Vanish Away
- Final Warning
- That’s Why I Despise You
- The Fraud
- Into The Arms Of Misery
- Perdition For All
- Now Or Never
- Aftermath
- Everything Undone
- Contraddictions
- Retain The Scars
- Exitus [Outro]