Recensione: Incinerate

Di Stefano Risso - 30 Marzo 2007 - 0:00
Incinerate
Band: Dew-Scented
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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72

Che cosa si potrebbe dire nei
confronti dei tedeschi Dew-Scented che non sia stato gia abbondantemente
espresso? I nostri non fanno nulla per
facilitare in questo senso il lavoro di redattori e stampa specializzata neanche
con l’uscita del settimo album in carriera, Incinerate.
Fedelissimi al proprio stile, come prevedibile, i Dew-Scented non hanno
per nulla intenzione di cambiare direzione, come dichiaratomi dal frontman
Leif Jensen
in sede d’intervista, animati solamente dalla voglia di
migliorarsi e di rendere la propria musica sempre più aggressiva e nello stesso
momento appetibile.

Mettendomi nei panni dell’acquirente medio, mi chiederei che cosa potrebbe
spingermi ad acquistare Incinerate, un album che non aggiunge
nulla all’immaginario che la band tedesca si è conquistata sul campo. Una
semplice risposta potrebbe essere che Incinerate è bello, potente, dinamico,
suonato da musicisti esperti e prodotto alla perfezione. Oggettivamente non ci
sono altre plausibili motivazioni, quindi apparentemente un disco tra i tanti…
Non è proprio così, perchè mettendo da parte una volta tanto lo spirito critico,
non si può non dire che Incinerate è dannatamente coinvolgente,
addirittura esaltante in più frangenti, l’espressione artistica di una
formazione che sembra aver trovato da tempo la propria dimensione. In una scena
con sempre meno novità, almeno affidiamoci a chi si “ricicla” nel migliore dei
modi.

L’extreme thrash metal (parole di Leif) è più vivo che mai in
Incinerate
, forte di brani che promettono vittime in sede live, come il
trittico di apertura composto da Vanish Away, Final Warning, e
That’s Why I Despise You
, con i soliti slanci death metal a tutta velocità
inseriti nel contesto dei brani a “brutalizzare” il tutto. Il songwriting si
fa più sicuro, senza stupire ma divertendo, e facendoci scapocciare a più non
posso con The Fraud, Into The Arms Of Misery, e Perdition For
All
(con la ritmica e la parte solistica che vanno a braccetto a
meraviglia). Brani semplici ma non scontati, da ascoltare con una bustina di
Aulin a portata di mano (per lenire eventuali dolori cervicali), e senza
soffermarsi a ragionare troppo su quello che si ascolta. Una tracklist che
procede veloce, non priva piacevoli “sorprese” come Now Or Never o
Everything Undone
, dalle strutture più elaborate (aggettivo da prendere con
le pinze), e come la coppia conclusiva Contraddictions e Retain The
Scars
, in cui si intravedono leggere influenze del thrash “moderno” tanto in
voga ultimamente.

Un album impreziosito anche da ospiti eccellenti come Jeff Waters (Annihilator),
Gus G. (Firewind) e Mille Petrozza (Kreator), che
danno spessore a un lavoro che, seppur non brilli di luce propria, è formalmente
privo di difetti (contando anche la partecipazione di Andy Sneap al
mixaggio). La solita solfa? Sì, è vero, ma c’è modo e modo di riscaldare la
solita minestra… In mezzo a tante uscite tutte uguali e per la maggior parte
mediocri, contare sulla costanza, sulla passione e sulle capacità dei
Dew-Scented
ripaga, credetemi. A voi la scelta.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. Exordium [intro]
  2. Vanish Away
  3. Final Warning
  4. That’s Why I Despise You
  5. The Fraud
  6. Into The Arms Of Misery
  7. Perdition For All
  8. Now Or Never
  9. Aftermath
  10. Everything Undone
  11. Contraddictions
  12. Retain The Scars
  13. Exitus [Outro]

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