Recensione: Increase Humanity Disgust
Nati nel dicembre del 2001 i Grimness si danno subito da fare e con la formazione di allora giungono ben presto alla realizzazione di 5 tracce. Da lì alla registrazione di un demo il passo è breve. La loro proposta è fin da subito orientata verso una sorta di ibrido tra il black di scuola norvegese più classica e il thrash anni ’80 della bay area. Il loro sound non è del tutto originalissimo andando a inserirsi in un sentiero già aperto da gruppi come i Susperia, ma questa loro prima prova riceve un po’ ovunque diverse note di stima e buone recensioni.
Le doti di questi ragazzi vengono quindi notate dall’etichetta belga Hardebaran che gli propone la realizzazione di un full-lenght. Denotando grande maturità i Grimness non si buttano subito su questa occasione, ma si prendono il loro tempo. Prima cercano una line-up il più possibile stabile e una volta trovatala si dedicano alla stesura da zero di questo disco d’esordio con nuove tracce mai registrate in precedenza. Il risultato è questo “Increase Humanity Disgust” che si apprestiamo a recensire.
Come prima traccia troviamo “Introspection of the Engine”, in realtà una lunga intro strumentale che prende le mosse da alcuni suoni meccanici ed elettronici, da cui poi nasce la melodia di chitarre, basso e batteria che va a confluire nella successiva traccia.
Indiavolatissimo è quindi l’inizio della prima vera canzone del lotto, cioè “Dimension of Evil”, brano aggressivo, ma anche piuttosto orecchiabile e facilmente digeribile, con un finale dedicato all’emergere di una melodia dolce e molto delicata.
Più di sapore thrash, ma sempre presentando la voce growl, è invece la successiva “Katharsis in Vain”, traccia interessante alle mie orecchie anche per la presenza, in alcuni frangenti, dell’uso della lingua italiana. Elemento questo che personalmente ho sempre apprezzato molto nei gruppi italiani, ma che spesso invece è osteggiato da molti ascoltatori, purtroppo.
Si vira più decisamente sul black invece con “From the Cosmic Chaos”, canzone dal ritmo più lento e dall’incedere iniziale molto cupo di sapore quasi doom. Si rimane in ambito black anche con la successiva “Nihil Addiction”, brano che al contrario del precedente però strizza l’occhio alla corrente black più dedita alla velocità, alle chitarre a motosega e alla batteria come rullo compressore.
A chiudere infine troviamo l’outro “Outofthebody”, brano reso interessante anche dalla presenza di una melodia di pianoforte a tratti inquietante. L’unico rammarico è che non capisco come mai abbiano usato questo strumento solo su quest’ultima traccia, penso che avrebbe potuto riservare piacevoli sorprese se usato anche in altre occasioni.
Dal punto di vista della produzione non si possono portare grosse critiche a questo disco, le canzoni suonano tutte molto bene, non vi sono strumenti che restano in secondo piano e i suoni stessi mi paiono tutti piuttosto ben realizzati. Forse una maggiore potenza e profondità avrebbero potuto giovare, ma si tratta di dettagli di poco conto.
Una critica leggermente più importante riguarda invece la “vita d’ascolto” del cd che sinceramente mi è sembrata non molto lunga. Se hai primi ascolti il giudizio è subito positivo, dopo qualche passaggio nel lettore “Increase Humanity Disgust” perde a mio avviso molta della sua presa risultando a tratti quasi noioso.
In conclusione si tratta di un album onesto e ben suonato. La proposta musicale non è nulla di particolarmente originale, al contrario i gruppi che si stanno cimentando in una sorta di ibrido tra black e thrash si stanno rapidamente moltiplicando. I Grimness però hanno dalla loro una interessante attitudine e doti che spero verranno ben sfruttate anche in futuro.
Tracklist:
01 Introspection of the Engine
02 Dimension Evil
03 Katharsis in Vain
04 Slay the Demiurge
05 From the Cosmic Chaos
06 Nihil Addiction
07 Blood Calls Blood
08 N.D.E.
09 Out of the Body
Alex “Engash-Krul” Calvi