Recensione: Indestructible
A breve distanza dal precedente, ragguardevole Precious Metal, tornano a proporsi sul mercato discografico gli House Of Lords, come sempre guidati dal vocalist – ancora una volta in splendida forma – James Christian.
Il four-piece statunitense, tra i più ammirati eroi del melodic rock fin dai tempi del loro magnifico esordio del 1989, si ripresenta ai propri appassionati con un nuovo platter, dal titolo – “Indestructible ”, che la dice lunga sull’orgoglio che guida e pervade l’incedere artistico della band.
Certo, l’arrivo di un altro disco dopo relativamente poco tempo dal precedente, peraltro sulla scia di una sequenza di opere dalle costanti virtù qualitative (con parecchi picchi d’eccellenza) e dalla sostanziale uniformità stilistica, poteva far pensare ad una operazione di mera routine.
L’ascolto di Indestructible dimostra, invece, che non è così.
Il nuovo disco, infatti, si svela, soprattutto all’inizio, come un lavoro attraversato da una corrente d’elettricità più aggressiva ed un tantino più cattiva degli immediati predecessori, con meno pomposità e meno zuccheri aggiunti alla composizione ed agli arrangiamenti.
Tale assunto è dimostrato, tanto per cominciare, dalla title-track. Indestructible, infatti, è un grintoso hard rock delle chitarre scorticanti ed irrequiete appena ingentilito da un chorus più melodioso. Grande vigore è dimostrato ancora da Stand And Deliver, un class metal risoluto e piacevole permeato da audaci acrobazie chitarristiche, e, più che mai, da Go To Hell. In quest’ultima traccia, difatti, dopo un’intro corale e gotica ed un tenebroso riff d’ascia, si dipana un uptempo metal che testimonia un mood particolarmente duro ed accigliato. Sensazioni analoghe vuole suscitare Eye Of The Storm, un midtempo nervoso e cadenzato che però non decolla come il brano precedentemente descritto.
Ma l’esemplare mix tra rock duro e melodia che caratterizza da sempre gli House of Lords trova un perfetto equilibrio in 100 Mph, squisito amalgama di hard rock ed armonia, nel quale James Christian si muove con assoluta disinvoltura e maestria. Lo stesso si può dire di Another Dawn, altra canzone che sta lì a dimostrare che siamo sempre alle prese con un’ operazione come al solito patinata e cromatissima.
Più consuete, sebbene di assoluta gradevolezza, alcune composizioni veleggianti su ritmi medi come Call My Bluff e Die To Tell e, meglio ancora, Ain’t Suicidal, anch’essa impreziosita da qualche volteggio virtuosistico di Jimi Bell che la rende ancor più attraente per chi ama l’hard rock più classico.
Un po’ di maniera ci sembra pure Pillar Of Salt, una power ballad coinvolgente ma non affascinante come una Precious Metal od una Love Don’t Lies, mentre più incantevole è l’altro slow We Will Always Be One , impreziosita da tastiere discrete ma efficaci.
Indestructible, dunque, presenta tutti gli ingredienti adeguati per non deludere i fans degli House Of Lords. Il songwriting, forse, si dimostra un po’ meno avvincente rispetto a quanto ci avevano abituato alcuni suoi predecessori, perlomeno in alcuni brani. La vitalità che pervade, però, tutto il CD, insieme alla mirabile classe della band, compensa tale lieve failure, e, in qualche caso, forse finirà per soddisfare persino in misura maggiore coloro che avevano trovato troppo melliflue alcune canzoni degli ultimi anni.