Recensione: Indiscreet 30
Ma guardate un pò se mi doveva capitare di attribuire “poco più del voto di sufficienza” (come si diceva ai tempi della scuola) proprio ad un lavoro degli FM, uno dei miei gruppi favoriti di sempre, nell’ambito di quel genere, l’AOR, del quale mi capita di scrivere più spesso sulle pagine di Truemetal. E, per di più, di un platter contenente canzoni di così squisita fattura.
Ma trattasi di una questione di principio, applicabile ad ogni operazione come questo “Indiscreet 30”: faccio fatica, per intenderci, a comprendere il significato (al di là di quelli squisitamente commerciali e contrattuali) della registrazione ex novo di un intero album classico, soprattutto in tempi come questi, in cui non ci sono difficoltà a rinvenire l’originale (che si tratti di un vinile d’epoca ovvero di una ristampa rimasterizzata a dovere da etichette specializzate come la Rock Candy).
Gli FM, in questo 2016, hanno, appunto, voluto fare esattamente ciò con Indiscreet, il loro intramontabile primo LP, riproposto dalla più recente line-up del gruppo inglese, con nuovi aggiornamenti e nuove registrazioni, in occasione del trentesimo anniversario dalla sua uscita.
Ma tant’è. Superata una certa insofferenza per l’operazione in sé, va detto che è sempre un piacere riascoltare questi gioiellini sonori, impiantati nella solita, incantevole mistura tra voce dolente, suoni catchy, chitarre rock e glassatura di tastiere: l’ AOR, insomma, signori miei, e in una sua formulazione perfetta e trionfante.
Ecco, dunque, che ci ritroviamo ad ascoltare hits come Frozen Heart, delizioso classico soft-rock con il suo inconfondibile biglietto da visita rappresentato del ritmo contrassegnato dalla batteria. O, ancora, come That Girl, con la voce sofferta di Steve Overland che si contrappone al ritornello acchiappante, e qui proposta in due versioni (l’altra è una trasposizione acustica raffinatissima ma che non aggiunge nulla al fascino di quella tradizionale).
Ancora: Other Side Of Midnight è un altro delizioso classico AOR, dal ritmo incalzante e dal ritornello irresistibile, mentre I Belong To The Night è elegante e tesa, tra giri di tastiere raffinate e più energetiche sferzate di suono. Love Lies Dying è un soft-rock che si palesa ricercatissimo anche grazie al tocco delicato dei sintetizzatori e la classe quasi fusion dell’assolo di Jim Kirkpatrick.
Il full-length è arricchito anche da un bel numero di bonus-tracks, di cui solo una del tutto inedita: si tratta di Running On Empty, ricercata e trascinante quanto basta.
Tra le altre canzoni “omaggio”, vanno citate la ben nota e dinamica Let Love Be The Leader, ed alcune tracce più aggressive come Love & Hate (hard rock melodico che avrebbe trovato collocazione stilisticamente appropriata nel secondo album dei nostri), Rainbow’s End (hard rock sbarazzino con quelle ascendenze roots suggerite dall’armonica finale a cui la band inglese ci abituerà nella seconda parte della propria carriera) e Bad That’s Good In You (midtempo AOR dinamico e croccante).
Shot In The Dark, infine, è proprio la cover della canzone di Ozzy, qui trasfigurata in chiave AOR, e contrassegnata dal suono dell’organo, e che risulta piacevole ma di cui si poteva fare a meno.
In sintesi, Indiscreet 30 vede gli FM riproporre le canzoni di un loro album fondamentale, con un suono aggiornato e caratterizzato da una maggiore energia nelle chitarre, ma sostanzialmente fedele all’originale, e con il canto di Overland, sempre senza cedimenti, a confermarle come inconfondibili.
Però, pur nella considerazione che siamo alle prese con un lavoro piacevolissimo (e magari occasione utile per chi non ha mai ascoltato l’originale), restiamo in attesa di un nuovo album di inediti della band, che, peraltro, ha dimostrato negli ultimi anni una tensione creativa ravvivata e solida, i cui prossimi frutti non vediamo l’ora di ascoltare.
Francesco Maraglino