Recensione: Inevitable

Di Fabio Vellata - 25 Giugno 2011 - 0:00
Inevitable
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Anno: 2011
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60

La penisola iberica, fatta salva qualche rara eccezione, non passerà di certo mai alla storia come una delle terre più fertili e produttive in ambiti rock e metal. Poche realtà protagoniste di carriere davvero importanti, unite a qualche discreto talento emerso in forma puramente episodica per poi scomparire nel giro di poco, sono state la rappresentanza negli anni, di una scena dai numeri decisamente esigui. Mago De Oz, Tierra Santa, Dark Moor ed Avalanch in campo heavy, per arrivare ai 91 Suite ed ai davvero grandi (e molto celebri anche dalle nostre parti) Heroes del Silencio, in ambiti hard, sono alcuni dei nomi di maggior significato usciti da territori alquanto più inclini verso suoni dalla natura tipica, in cui reperire i classici accenti latini dagli evidenti caratteri di colorata solarità.

Il sottobosco musicale spagnolo, pur se con molta minor frequenza rispetto alle aree nordiche e dell’Europa centrale, continua in ogni modo a sfornare qualcosa di mediamente interessante, fornendo segnali, se non proprio di vitalità e sommo valore, quantomeno di partecipazione.
Nati nel 2004, e già autori sin qui di un paio di album passati del tutto inosservati, i valenciani Piel De Serpiente sono la nuova scoperta dell’industriosa Pure Rock Records, piccola label austriaca specializzata in prodotti “molto” underground.

La radice del loro sound si manifesta in modo evidente e senza troppo dissimularsi alla ricerca d’influenze molteplici e variegate. Un semplice hard rock dalle forti tonalità NWOBHM ed heavy offre, infatti, origine ad una miscela stilistica dignitosamente attrezzata dal punto di vista tecnico e formale, mettendo in luce una band composta da musicisti dotati di background sufficiente nel porre al riparo da possibili e gravosi difetti d’inesperienza.
Il saper suonare tuttavia non basta. Per completare l’opera, ottenendo un riscontro artistico di buon spessore, è necessario se non fondamentale, essere in possesso in uguale misura di un pizzico di personalità da rispecchiare nel modo di comporre canzoni, onde evitare il classico effetto “copia e incolla” tipico di chi, imparato a maneggiare gli strumenti con padronanza, cade poi all’atto dello sfornare qualche buona idea da buttare in melodia.
Ed è proprio in questo che i Piel De Serpiente – come già accaduto a qualche altro milione di band in giro per il pianeta – crollano grossolanamente. Ordinari e canonici in ogni anfratto del loro songwriting, i cinque iberici offrono motivi di curiosità solo grazie all’utilizzo della lingua madre, al solito, argomento utile nel considerare singolare una proposta che, per concetto, si dichiara da sempre radicata nei classici fonemi di derivazione anglosassone.

Poche le ragioni di vero entusiasmo e piuttosto scarsini i passaggi in cui riconoscere qualcosa di diverso da una confortante “normalità” che vada oltre ad un benevolo e composto gesto di pacata approvazione da parte dell’ascoltatore, destinato a distrarsi in più punti ed in varie occasioni.
I brani, tendono in effetti a mantenersi sulla linea di galleggiamento di un disadorno hard n’heavy chitarristico, mai troppo veloce e performante o baciato da armonie incisive: “El Umbral”, “Estrellados Del Rock” e “La Marca Del Diablo” sono canzoni che si lasciano udire ma che, purtroppo, scappano dalla memoria dopo pochi e fuggevoli istanti.
Nota aggiuntiva, è inoltre da segnalare anche la presenza di un discreto pezzo dedicato al compianto ed immortale “Ronnie James”, tributo a quello che, ad ogni latitudine, è stato apprezzato come uno dei più grandi ed inarrivabili maestri di questo genere.

Un compitino svolto con diligenza e rigore, non aiutato da momenti realmente superiori e da una produzione non brillante tanto da renderlo un po’ attempato anche nei suoni – quasi un riflesso condizionato che sembra volersi paragonare ad un vecchio ellepi dei primi anni ottanta – fanno di “Inevitable” un disco di valore decoroso ed “onesto”, ma non tanto da confermare il titolo con cui è stato concepito.

Insomma, un’uscita discografica tutt’altro che “inevitabile”.

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Tracklist:

01. Corazones salvajes         
02. Rabia         
03. El umbral         
04. Sangre         
05. Estrellados del rock         
06. Inevitable         
07. Ronnie James (Un arco iris en la oscuridad)         
08. La Marea del ayer         
09. Sueños perdidos         
10. La marca del diablo         
11. Sons Of The Night

Line Up:

Lufti Salah Al-Kharbutli – Voce
Javi Pimentel – Chitarra / Cori
Fernando Rudilla – Chitarra / Cori
Francesc Vera “Romariet” – Basso / Cori
Emma López – Batteria

 

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