Recensione: Infancia Armada

Di Fabrizio Meo - 6 Febbraio 2014 - 14:48
Infancia Armada
Band: Amassado
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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76

 

Lo studio etnoantropologico di Ernesto De Martino in ‘La Terra Del Rimorso’ del 1959 si sofferma sull’analisi del fenomeno dei tarantolati in Salento, sottolineando come tale pratica rituale abbia la funzione di esorcizzare l’ansia e il timore di un’esistenza segnata dalla miseria e dall’emarginazione. Questo breve prologo per parlare di un argomento che mi sta molto a cuore. Nel periodo precedente e successivo alle vacanze natalizie vivo sempre un rapporto conflittuale con il Brasile, a causa del reiterarsi dell’ormai famigerata ‘Sasuela’ e del suo ‘a, e, i, o, u, y’ che da tempo immemore come uno stillicidio cinese, incombe nelle festività goliardiche e conviviali, ove si trangugiano cibi alla Trimalcione, si regalano inutili suppellettili e si inneggia ad altrettanto inutili conti alla rovescia. Sembra che questo inno al vitalismo del ventunesimo secolo, abbia soppiantato le remore della taranta e dei tarantolati, tanto che si potrebbe parlare in termini scientifici di ‘sasuelati’ e di ‘sasuelismo’.

In ‘Sasuela’ diversi gruppi umani insaniscono improvvisamente nei classici ‘trenini’ capitanati da una specie di corifeo, solitamente eletto dai celebranti, e soggiogati dalle aliene fiamme delle ritmiche miste a tepori alcolici, percorrono gioiosamente uno spazio indefinito, tentando lungo il tragitto di coinvolgere ogni essere vivente, soprattutto i soggetti più ritrosi, annoiati, allibiti, immoti come le sfingi e poco avvezzi alle danze.  Approfondirò tali studi nel mio prossimo libro. 

Al di là di questo amo il Brasile, la bossa nova, Joao Gilberto, Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Carlos Lyra, Chico Buarque, Luiz Bonfà, Toquinho, Elis Regina, Astrud Gilberto ecc, amo la cultura brasiliana, il calcio brasiliano, e la sensualità irresistibile delle donne brasiliane. Pura poesia. Ma soprattutto adoro la parte intollerante del Brasile, incarnata dalla brutalità unica, inimitabile, storica, della sua scena metal ricca di colossi imprescindibili per chiunque si accosti a questo genere.

Questa premessa è stata doverosa poiché andremo a parlare per l’appunto di una band italo-brasiliana, gli Amassado (alle spalle il full-length “Coracao Enterrado” del 2010 e l’EP “Escravidao Subliminal” datato 2012), e del loro ultimo full-length, “Infancia Armada”, che incarna tutti quei caratteri somatici che da sempre elevano le band carioca a emblemi viventi dello spirito più oscuro, destabilizzante e sovversivo. Il disco in questione propone una soluzione abbastanza chiara, ruvida, rabbiosa, senza fronzoli: hardcore-grind, groove, thrash e industrial si combinano, dando vita a una miscela altamente infiammabile. Sarcofago, Sepultura, Ratos de Porao, Dino Cazares, Anthrax, Entombed di Wolverine Blues e non solo emergono qua e là come immancabili ispiratori della distruzione ordita dal quintetto. “Mala De Osso”, “Turismo Da Violencia”, “A Biblia Do Disgrasado”, “Sem Dente”, “Revolta Dos Mortos”, sono brani granitici, massicci, d’impatto.

Gli Amassado aggrediscono l’ascoltatore in un assedio sonoro diretto, tambureggiante ma senza cavalli di Troia, abbattendo furiosamente le mura di cinta dell’udito. Il growl duro e intransigente di Suran Caspar demolisce barriere, sposandosi felicemente con il guitar-work del nostro X-COC (The Modern Age Slavery), a sua volta in perfetta simbiosi con la sezione ritmica potente, calibrata ed esplosiva di José Carniceiro, guerriero ideale per combattere al fianco di Leonida e trecento spartani.

I testi rigorosamente in portoghese, affondano le radici nelle tematiche dell’universo carioca (e non solo) peculiarmente estremizzate, secondo la primigenia natura dei sudamericani, adusi alla ribellione e allergici a forme di tirannia, controllo, sottomissione. Questa classica attitudine passionale e sanguigna si consacra nella furia musicale, ove l’accezione melodica è quasi del tutto assente, poiché elemento che va a minare alle fondamenta l’essenza del messaggio nudo e crudo degli Amassado. In una realtà oceanica e materiale ove si respira poco e male, e si tende piuttosto a boccheggiare tra le sabbie, non c’è spazio per divagazioni e aperture al fato, urge uno slancio del corpo, un colpo di pinne improvviso per tornare in acqua e riprendere a vivere. “Infancia Armada” è un album vivamente consigliato a tutti coloro che amano impattare con un treno in corsa, piuttosto che perdersi dietro i ghirigori psicologico-esistenziali di Saw l’enigmista.

P.S. se qualcuno avesse delle valide tesi scientifiche sul fenomeno del ‘sasuelismo’ sopracitato, o semplicemente volesse confrontarsi con il sottoscritto sull’argomento può contattarmi in libertà.

Grazie. E buon ascolto.

Fabrizio Meo
 

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