Recensione: Infective Vultures Receptacle

Di Alessandro Calvi - 12 Gennaio 2006 - 0:00
Infective Vultures Receptacle
Band: Kestmorg
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

Non saprei come altro definire questo cd dei Kestmorg se non come un “esperimento”. Si tratta infatti di un disco autoprodotto dal gruppo che presenta solo 3 tracce (anche se in media piuttosto lunghe), ma realizzato dalla confezione in digipack alla registrazione dei brani come un album vero e proprio con sicuramente una certa spesa. Di certo il messaggio che vuole essere “passato” al fruitore del cd è quello di una estrema professionalità, ma se lo scopo è principalmente quello di trovare un ingaggio, non so quanto tutto questo possa influenzare chi dovrebbe essere interessato solo alla musica.

Lasciamo quindi da parte queste oziose digressioni e passiamo a parlare del gruppo e della musica che propone. Nati nel 1999 con il nome di “Unorthodox”, dopo un paio di entrate e uscite dalla line-up e un demo intitolato “Light Devourers” uscito nel 2003, il gruppo decide di cambiare nome nell’attuale “Kestmorg”. Nell’agosto del 2004 iniziano i lavori di questo “Infective…” e quasi da subito i musicisti decidono di fare le cose in grande, così ingaggiano diversi altri musicisti tra cui anche la voce femminile. A ottobre entra in pianta stabile nella band anche L.G.Lorusso, già singer degli Ephel Duath, a completare la line-up. Le registrazioni e i mixaggi vanno avanti per qualche tempo e si giunge perfino ad andare in Svezia per la sessione di mastering. Finalmente a luglio 2005, il disco è pronto.

Primo brano della scaletta è la title-track “Infective Vultures Receptacle”, che con i suoi 7 minuti e 26 è il più lungo tra quelli proposti sul cd. L’apertura d’atmosfera con qualche vago effetto elettronico, ci presenta quasi subito la voce di Alexia Pillepich, forse una delle cose migliori che questo disco ha da riservare. Poco dopo tocca anche al growl di Lorusso entrare in scena, dimostrando comunque una certa propensione alla dinamicità essendo piuttosto vario e arrivando in alcuni frangenti anche a sfiorare lo scream.
Dal punto di vista musicale i Kestmorg si muovono lungo un sentiero che costeggia sia il gothic che il black metal nella sua veste più sinfonica. Passaggi più violenti e aggressivi vengono sapientemente alternati ad altri di sapore più sinfonico in cui son le tastiere a farla da padrone, ad altri più atmosferici ed evocativi. Il risultato bisogna ammettere che non è decisamente male, anche se di certo non si può dire che brilli per originalità.
Più veloce è l’inizio della seconda “Enraptured Sorceries” che, dopo la prima traccia dal sapore più gothic, sembra voler ristabilire l’equilibrio con una sana iniezione di black. Per questo motivo la voce di Alexia purtroppo sparisce quasi del tutto, concedendoci solo un breve stacco quasi recitato verso la metà della canzone.
Si torna invece dalle parti del primo brano con la conclusiva “Ice-Tech Expanse”, canzone che di nuovo supera i 7 minuti (dopo la precedente di “soli” 5), che ripresenta il mix di black e gothic con una leggera prevalenza del secondo.

Per quanto riguarda la produzione, non si può certo negare che le cose siano state fatte alla grande sotto il profilo “visivo”. Sotto quello puramente “orecchiabile” invece, pur se il cd suona tutto in maniera splendida, con ogni strumento che si sente perfettamente, forse si poteva fare qualcosa di più. A mio avviso forse ci si è concentrati così tanto sul far suonare pulite queste canzoni, da dimenticarsi quasi che avrebbero anche dovuto comunicare qualcosa, il risultato è che i suoni mi sembrano un po’ “sterili” e piuttosto piatti. Forse una minore pulizia formale, avrebbe potuto dare più spessore al suono e renderlo più incisivo.

Per concludere si tratta sicuramente di un buon lavoro, ma, un po’ per la ridotta durata del cd, un po’ per una “perfezione formale” forse fin troppo ricercata, questo disco alle mie orecchie è suonato poco incisivo. Ciò non toglie che le qualità di songwriting espresse da questa band siano comunque innegabili e che con una maggiore esperienza alle spalle, e forse anche qualcuno che se ne intende davvero in cabina di regia al momento della registrazione e del mixaggio, potrebbero sfornare un album decisamente degno di nota.

Tracklist:
01 Infective Vultures Receptacle
02 Enraptured Sorceries
03 Ice-Tech Expanse

Alex “Engash-Krul” Calvi

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