Recensione: Infinity (EP)
Due uscite discografiche di inediti nello stesso anno, una cosa non molto frequente di questi tempi. Di operazioni simili ricordo negli anni passati il monumentale Use Your Illusion I e II dei Guns N’Roses, uscito nel 1991. Se non addirittura i Saxon nel 1980, con l’accoppiata Wheels of Steel e Strong Arm of the Law. Al giorno d’oggi invece una doppietta l’hanno piazzata i Seventh Crystal di Krystian Fyhr, che dopo l’ottimo Wonderland di inizio anno tornano a novembre 2023 con un EP di cinque canzoni dal titolo Infinity.
L’idea di questo EP nasce già durante le lavorazioni di Wonderland, nel quale non sono state inserite alcune tracce perché, a detta della band, avevano una vita propria e meritavano un posto tutto loro. Un’affermazione che suscita curiosità da un lato, facendo dedurre di trovarsi al cospetto di pezzi particolarmente validi. Ma d’altro canto può fare sorgere anche qualche dubbio misto ad un po’ di malizia, facendo pensare che la motivazione fornita della band, sia solo uno specchio per le allodole per rendere più profumati gli scarti di Wonderland. O molto più semplicemente, la verità sta nel mezzo, e questi brani sono stati esclusi da Wonderland per non rischiare di farne un lavoro troppo lungo e prolisso.
Non resta che schiacciare play ed andare a verificare come stanno le cose.
Si parte con Infinity, un hard rock maturo venato da tinte opache. Una composizione con buoni arrangiamenti in cui si riconosce subito il marchio di fabbrica dei Seventh Crystal. Delle note di basso aprono Memory Lane, un hard rock composto con melodia protagonista. Dopo questo buon inizio possiamo stare già più tranquilli, perché non sembrerebbe che Krystian Fyhr ci abbia tirato il bidone rifilandoci pezzi da buttare.
Dopo qualche nota di pianoforte Ready Set Go! parte in modo energico con la chitarra protagonista. Un episodio che pare strizzare l’occhio ad un certo hard rock sleaze di scuola svedese, senza mai perdere di vista la melodia tipica delle composizioni della band.
Rivals è una ballata con la voce di Fyhr accompagnata da malinconiche note di pianoforte sulla stessa lunghezza d’onda dalla In The Mirror presente su Wonderland.
Di seguito Silence, una hard rock bello ritmato con cui i Seventh Crystal chiudono questo EP.
Sinceramente, pur non sembrando emanare la particolare vita propria a cui si riferiva la band, possiamo comunque parlare di Infinity come di buona uscita. Le canzoni sono valide, e non avrebbero di certo sfigurato su Wonderland. Al contrario, sarebbe stato un peccato se fossero finite nel dimenticatoio.
Poi, se proprio dobbiamo scavare a fondo per trovare una qualche differenza tra i due lavori, si potrebbe dire che su Infinity si percepisce una maggior durezza in certi passaggi.
Che sia un anticipo di un nuovo corso dei Seventh Crystal? Può darsi.
A questo punto allora, non resta che attendere il nuovo album. Intanto possiamo riascoltiarci Wonderland ed Infinity.
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