Recensione: Inhabitant [EP]
Parallelamente all’uscita dell’EP “Crucifiction”, i polacchi Atropos tirano fuori, dal mare dei ricordi, un altro dischetto dorato: “Inhabitant”.
Le tracce sono quattro, registrate e missate nel 2008 presso i Progresja Studio di Varsavia e prodotte da Legion, chitarrista della band; qui nella formazione attuale che comprende Hvr al basso e alla voce, Młody all’altra chitarra e Videu alla batteria. La manifattura del lavoro è professionale in tutto e per tutto compreso, soprattutto, il suono, che non ha nulla da invidiare alle produzioni sostenute da budget che non siano solo quelli del proprio portafogli.
L’evoluzione stilistica rispetto a “Crucificton”, inciso nel 2005, si sente. Eccome. Anzi, essa appare sin quasi sorprendente in termini sia d’impatto sonoro sia di qualità del songwriting. A parte la cover di “Carnal” dei Vader, resa comunque con una potenza stratosferica, le altre tre canzoni mostrano un gruppo in gran forma, che ha ormai disegnato compiutamente il proprio marchio di fabbrica. Death che fonda le proprie radici sino all’old school, contaminato da un po’ di melodia e da un sapore retrò che si mischia abilmente con certe sonorizzazioni futuristiche tipiche, per esempio, dei connazionali Crionics. Si può facilmente notare una marcata propensione verso l’uso dei blast beats e, soprattutto, un deciso incattivimento della voce di Hvr, capace di aggredire le sue linee vocali con un piglio stentoreo davvero travolgente.
“Inhabitant”, la canzone, è una furia demolitrice, ammantata, però, da un sentimento di mestizia che la rende emblema del death metal più riuscito. A parere di chi scrive, in parole povere, quel death epigono dell’incrocio fra la brutalità primordiale e la buia melodia che fluttua nelle desolate terre della disperazione umana. “Eyelid Of The Morning Star” è sostenuta da colossali colonne atlantidee, formate dagli arcani e possenti riff di Legion e Młody, che le arabescano con taglienti e melodici guitar-solo. Il ritmo è ‘tappato’, nel senso che i blast beats di Videu non lasciano alcuno spazio, fra le battute. Ne deriva un senso di claustrofobia che aumenta la forza visionaria della musica. “Crassnal”, infine, riporta il quartetto di Varsavia alla base del death, ove questi è quasi indistinguibile dal black e dal thrash.
Le cronache narrano di un full-length già pronto per la stampa, registrato nel 2007 (“Reconquista”). Se il piglio corrisponde a quello di questo piccolo gioiello, si sentirà parlare presto e bene degli Atropos, nei mesi a venire.
Daniele “dani66” D’Adamo
Discutine sul forum nel topic relativo!
Tracce:
1. Inhabitant 5:51
2. Carnal (Vader cover) 2:19
3. Eyelid Of The Morning Star 3:57
4. Crassnal (bonus track) 2:06
Durata 12 min.
Formazione:
Hvr – Basso e voce
Legion – Chitarra
Młody – Chitarra
Videu – Batteria