Recensione: Inherent Brutality
Quando leggi che la lineup è composta da Piragna Marcio, Zio Coccodrillo, Sanchez dal Pene Malato, Untore, che di questi tempi tira tantissimo (che diventa Dr.Fetus nella band Goregind Celebral Enema) e Suora Vulcanica Dissacrante cosa fai? Ti chiedi quale potrebbe essere il loro codice fiscale, inserisci il dischetto nel lettore e premi il tasto play stando il più lontano possibile dalle casse, sperando che i vicini siano concentrati su qualche ipnotica serie Netflix e di non venire investito da un accozzaglia di suoni cacofonici, lancinanti e spacca orecchie.
Ebbene sì, si viene investiti, ma da un autotreno in corsa al quale si sono rotti i freni, carico di un detonante Thrash/Death, compatto e granitico, di quello che non la sta a raccontare, essenziale ma al tempo stesso completo e quello che si rischia di rompere non sono le orecchie, ma l’osso del collo.
Il sound degli Annexation, band nata nel 2015 a Berlino, con all’attivo l’EP ‘Jackhammer Treatment’ del 2019 ed ora fuori con il primo album ‘Inherent Brutality’, edito da Iron Shield Records, è ‘semplicemente’ questo.
In generale la tessitura dei brani mostra un buon bilanciamento tra lo stile del battere e percuotere e quello del metallo della morte.
Per cui, tanta ritmica serrata, giri di chitarre ansiogene, assoli nevrotici e coinvolgenti, assalti sonici che devastano la mente, una batteria rocambolesca ed una voce al vetriolo parecchio incazzata per parlare, con critica feroce e cruda ed utilizzando il linguaggio vecchia scuola, di politica, ipocrisia, guerra, abusi sessuali.
Nel particolare: i brani sono imperniati su strofe velocissime, compatte e furenti, non troppo diversi tra loro nella realtà. Le varianti dinamiche, quelle che danno il valore all’album, stanno nel contorno: l’interludio malvagio nell’assassina ‘A.T.R.’, l’attacco soffocante, quasi claustrofobico, di ‘Beyond Humaity’, la sezione furiosa e l’attacco di blast beat di ‘The Beast’, i cori malvagi che sembrano uscire direttamente dagli inferi di ‘Holycaust’ (brano micidiale che rappresenta il picco del disco), il refrain massacrante di ‘Craving For Flesh’ e così via, tutti spartiti uniti da un’inesauribile energia.
Alla fine il risultato c’è: ‘Inherent Brutality’ è un buon lavoro secco e deciso, pure ben prodotto, e raggiunge lo scopo di presentare una band che sa il fatto suo, che vuole distinguersi non tanto per i terrificanti pseudonimi scelti (che fanno sorridere raggiungendo comunque lo scopo di farsi notare … chi se lo dimentica più Sickfuck Sanchez!) ma per quello che suonano.
Speriamo che sia il primo centro di una lunga serie. Per ora, bravi Annexation!