Recensione: Inner Disease
È la fine del 2002 quando i fratelli Angelo e Francesco Caccamo danno vita, assieme al tastierista Dario Lastrucci, il bassista Andrea Radicchi e al cantante Gabriele Vivarelli alla prima formazione dei Creation. L’intenzione è quella di mettere su una cover band dei Dream Theater e, superati alcuni lunghi intoppi iniziali il gruppo festeggia il periodo iniziale della sua attività con un concerto presso l’Enigma di Campo Bisenzio come spalla di Blaze Bayley.
La stabilità non dura molto e numerosi cambi di formazione stravolgono più volte l’aspetto del complesso che assiste a due bassisti dimissionari in poco tempo e l’abbandono del cantante. Nonostante questo alcune soddisfazioni come la vittoria del KellerKontest nel 2007 tengono alto il morale della band che, forte del nuovo bassista Nicola Nuzzolese e del cantante Alessio Gori (tastierista dei Flashback Of Anger e turnista dei Gamma Ray per l’Hellish Tour 2007), inizia la registrazione del suo primo mini CD nel 2009, Inner Disease. L’abbandono durante questa fase di Lastrucci e la sua sostituzione in corsa con Gori è solo l’ultimo ostacolo da superare prima di dar vita a cinque brani di un ricercato prog metal.
A Sleepwalker spetta il difficile compito di introdurre il disco e lo fa in modo aggressivo, con un’energia fuori dal comune; sono necessari pochi secondi e le note del brano ricordano fin troppo bene che i Creation sono nati come tributo ai Dream Theater. La band newyorkese mostra di essere stata molto più di un ricordo del passato e di aver fortemente influenzato il modo di comporre dei ragazzi italiani. Nel caso specifico fanno capolino nelle parti iniziali sonorità che ricordano fortemente il progetto Liquid Tension Experiment, in cui milita parte della band di Petrucci e soci.
La successiva Livin’ In Daylight si presenta come un brano eterogeneo che esordisce con riff corposi di scuola Dream Theater e Symphony X per poi addolcirsi con un un ritornello dal forte sapore AOR. Nonostante i marcati riferimenti a Scenes From A Memory il merito dei Creation è, in questo caso, quello di aver unito sapientemente parti tecniche ad altre più orecchiabili; il risultato finale è una delle canzoni più interessanti del disco che riesce sia a fissarsi subito in mente per le parti melodiche, sia a farsi riascoltare più volte per apprezzare qualche dettaglio in più di quelle più spigolose.
Un arpeggio di chitarra acustica introduce Still Reality, il lento di questo mini CD che dolcemente si trasforma in un mid-tempo dal ritornello che non può essere dimenticato facilmente. Classe e gusto sono gli ingredienti di questa canzone che, in un crescendo, si trasforma in un riff di chitarra trascinante: si tratta di un inconfondibile richiamo agli Angra di Holy Land.
Illusion è un ottimo brano strumentale che sembra cucito su misura per mettere in mostra la bravura del tastierista Gori e del chitarrista Francesco Caccamo; qui sembra emergere in modo particolare la personalità della band che non si perde troppo in citazioni e non scivola più sul “già sentito”. Il mini CD si chiude con Refusal, brano che riprende in qualche modo la formula con cui viene inaugurato il disco: riff corposi e ritornelli melodici dal sapore AOR.
In ultima analisi, con Inner Disease i Creation hanno in mano un ottimo biglietto da visita: suonato con grandi abilità tecniche e con dei bei suoni, composto con passione e con una grande voglia di tenere in piedi il gruppo anche quando le cose sembrano non funzionare e presentato con un artwork ben curato in ogni suo dettaglio. Come ogni cosa fatta bene, si spera che questo mini CD di debutto dia i suoi frutti; alcune cose possono essere migliorate ma, con un po’ di personalità in più questa band può fare grandi cose e le capacità tecniche e la creatività per metterle in atto di certo non mancano.
Silvia “VentoGrigio” Graziola
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Tracklist:
1. Sleepwalker
2. Livin’ In Daylight
3. Still Reality
4. Illusion (instrumental)
5. Refusal
Lineup:
Angelo Caccamo: batteria
Francesco Caccamo: chitarra
Nicola Nuzzolese: basso
Alessio Gori: voce, tastiere