Recensione: Inner Self

Di Andrea Bacigalupo - 3 Gennaio 2025 - 8:30

Nel loro album di debutto, dal titolo ‘Inner Self’ e disponibile dal 13 dicembre 2024 via Eclipse Records, i portoghesi In We Fall espongono il loro pensiero su alcune difficoltà che l’uomo può affrontare. Alcune sono concrete, come la tragedia della guerra od il rischio che si corre quando ci si fida ciecamente di qualcuno, altre hanno una natura più interiore e personale, come il sentirsi soli in un mondo pieno di stereotipi o la forza di volontà che si deve avere per uscire dai momenti bui.

Lo fanno attraverso sonorità Alternative che corrono sulla linea di crinale tra il Rock ed il Metal, con incursioni nel mondo del Grunge per sporcare le linee più aggressive e sfocando alcuni contorni con un tocco di psichedelia Stoner.

Il risultato è una buona varietà di canzoni, con un ventaglio che va dall’attacco robusto di ‘Road To Li(v)e’ fino alla spiritualità che emana la riflessiva ‘What Now?’.

Nel mezzo un sacco di cose molto lineari nella loro articolazione, senza sorprese estreme ma comunque intriganti.

Per quanto i suoni più incisivi siano grezzi e disturbanti questi restano comunque collegati a quelli più morbidi e melodici, rendendo l’insieme del lavoro duttile e di buona orecchiabilità. L’attacco sonico più che una martellata che colpisce duro è una punta di trapano che s’insinua nella testa a più velocità.

Le vibrazioni trasmesse da ‘Inner Self’ sono libere e non smorzate, di intensità tale da generare un clima che quasi si contrappone a sé stesso: denso di malinconia ma comunque vivace. E’ un album emotivo e che porta a riflessioni introspettive su aspetti della vita che possono colpire chiunque.

Gli arrangiamenti sono sofisticati ma non esagerati … nulla lo è in questo lavoro, la band mette in evidenza la stessa forza che può portare sui palchi, evitando sovraccarichi o compressioni sonore, sporcando il suono dove occorre per renderlo disturbante senza però affossarlo.

Voce teatrale, narrativa e mai prepotente, sezione ritmica corposa, linee di chitarre ed assoli ficcanti e cambi di scena con fondali sinuosi: la ricchezza sonora di questo disco è parecchia. Oltre alle tracce sopra richiamate, in particolare si citano la commovente ‘Looking Inside’, la trascinante ‘Whole Again’ ed il suo assolo, la ballata ‘Hope is Gone’, l’altalenante ‘Silent War’ e la robusta ‘Half Human’.

In definitiva un ottimo esordio da parte di una band che ha saputo mettere assieme tante cose per farne una sola, dando vita ad un variegato gioco di emozioni.

Per palati non estremi, in particolare per fans di Alter Bridge e Seven Dust.

Inner Self’ è stato prodotto, registrato, mixato e masterizzato da Daniel Moreira (cantante e chitarrista della band) presso gli EvoluiSom Studios. La copertina dell’album è stata curata da Phobos Anomaly Design.

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