Recensione: Inner Silence

Di Alessandro Calvi - 18 Febbraio 2013 - 0:00
Inner Silence
Band: Envinya
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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60

“Inner Silence” è il disco d’esordio per gli Envinya, giovane band di Monaco nata nel 2006 e approdata al contratto con Massacre Records grazie, soprattutto, a un EP di cinque tracce del 2010 intitolato “Beyond the Dark”. Questo mini, presentato da molta stampa tedesca come una sorpresa e una delle rivelazioni di quell’anno, sembra essere stato sufficiente non solo a valere la firma con una etichetta di grosse dimensioni, ma anche perchè la stessa Massacre Records puntasse forte sul gruppo. Oltre al CD che ci apprestiamo a recensire, infatti, la macchina della propaganda sembra essersi messa in moto in modo massiccio attraverso un fitto battage pubblicitario, distribuzione di svariati sample ai più quotati magazine teutonici, un notevole numero di concerti già pianificati e un video di alta qualità.

Lo sforzo sarà valso la pena? Soprattutto, dietro a tutto questo fumo ci sarà anche dell’arrosto o resteremo, come spesso accade, con solo un pugno di cenere?

Cominciamo col dire che l’etichetta affibiata dalla casa discografica agli Envinya non corrisponde del tutto al vero. Quel “gothic/prog”, infatti, va piuttosto stretto al gruppo di Monaco. Certo, qualcosina di gothic si sente, qui e là lungo le dieci tracce del platter e più che altro per via della voce della cantante, ma il prog è proprio qualcosa di estraneo, a meno di non voler così considerare un paio di digressioni delle tastiere. In realtà il genere in cui gli Envinya meglio si ritrovano è un heavy metal con qualche passaggio sinfonico e rare influenze moderne e contemporanee (uso di synth, elettronica e voci growl in un paio di frangenti), ma che soprattutto strizza l’occhio alle female-fronted band degli anni ’80. Anche l’ugola di Natalie Pereira dos Santos va esplicitamente in quella direzione, con una splendida estensione vocale, ben più portata per i passaggi eventualmente aggressivi, per quelli eterei più tipici del gothic.
Sotto il profilo musicale, poi, come si diceva, si ritrova qualche concessione alla modernità e, a tratti, fa capolino qualche elemento vagamente ispirato e preso a prestito da altri generi, ma a farla da padrone son sicuramente la melodia e le chitarre. A tal riguardo molto apprezzabile il lavoro di Marcus Herz e Thomas Knauer (rispettivamente lead e rhythm guitar) capaci di sfornare, qui e là, riff dal sapore classico e al contempo moderno e non stantio.
Ciò che è stato presentato in un modo, quindi, si dimostra essere qualcosa di abbastanza diverso. Non che questo sia un difetto o un problema in assoluto, in quanto, se fatto bene, ogni genere ha un suo valore e dignità. In realtà “Inner Silence” oltre a non essere un disco gothic/prog, non brilla particolarmente neanche come disco di heavy metal classico. Ha chiaramente alcune frecce al proprio arco, come si diceva, in particolare nelle doti della propria front-woman e dei suoi due chitarristi, ma l’album non riesce a risultare particolarmente originale o innovativo. Molte soluzioni, infatti, suonano come già sentite e piuttosto abusate, per quanto scritte e arrangiate bene. Certo, siam lontani da un certo modo di intendere il metal con voce femminile che negli ultimi anni sembra avere saturato il mercato, e non stiamo neanche dicendo che “Inner Silence” sia un disco brutto in senso assoluto, semplicemente rientra nella massa di uscite capaci, magari, di conquistare la sufficienza per le qualità espresse, ma non di ergersi sopra agli altri tanto da farsi notare in virtù di una sua spiccata personalità.

Per concludere gli Envinya esordiscono sul mercato in pompa magna grazie alla convinzione con cui Massacre Records punta su di loro. Il risultato di tanta fiducia, però, è un album piuttosto classico, sia nel genere proposto che nel modo in cui viene realizzato. Le qualità intrinseche del gruppo (voce e chitarre), infatti, vanno nella direzione di una sorta di perfezione stilistica rendendo “Inner Silence” un CD godibile che si lascia ascoltare con molto piacere. In termini di originalità questo, però, non è sufficiente a fargli fare il salto di qualità necessario a far spiccare gli Envinya nel panorama generale.

Tracklist:
01. Faceless
02. Forlorn
03. Inner Silence
04. In My Hands
05. Swallow
06. Satin and Silk
07. Mirror Soul
08. Too Late
09. Beyond the Dark
10. Demorilized

Line-Up:
Natalie Pereira dos Santos – Voce
Thomas Knauer – Chitarre e Voce
Moni Strobl – Tastiera
Lorenz Henger – Basso
Enrico Jung – Batteria
Markus Herz – Chitarra Solista

 

Alex “Engash-Krul” Calvi

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