Recensione: Inner Voices

Di Daniele Balestrieri - 28 Ottobre 2005 - 0:00
Inner Voices
Band: Last Souls
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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69

È Lamezia Terme il teatro d’incontro tra i fratelli Enrico e Andrea Empoli e Francesco, trio responsabile di questo mini, secondo della loro carriera, di nome “Inner Voices”. A dire il vero mi sono abbastanza spaventato quando ho letto all’interno del promo che si trattava di “Extreme Progressive Metal”, neologismo musicale che aveva formato nella mia testa delle immagini terrificanti, per fortuna lontane dal prodotto finale. Si tratta infatti di 22 minuti di musica suddivisi in tre tracce discretamente lunghe che spaziano dal depressive black d’atmosfera a vivaci sbalzi di energia tipici dell’heavy e del death. Niente di progressive, effettivamente, e niente devo dire di particolarmente estremo, anzi questa mistura blackdeath risulta particolarmente orecchiabile grazie a riff ben definiti, come in particolare quelli di “The Martyr” che è forse la canzone che ricorda di più quel black minimalista e ripetitivo tipico di una certa scuola di stile Ulver o Enslaved, impreziosita da alcuni passaggi in voce pulita tra il gorgogliare di scream maligno a volte leggermente sottotono.

A livello compositivo, per lo più, non c’è nulla da eccepire: in particolare le ultime due tracce, “We Will Rise” e “Voices“, rendono giustizia ai numerosi anni passati in conservatorio dai membri della band, i quali riescono a destreggiarsi tra ritmi spiccatamente death e brevi passaggi acustici con una grazia insolita per la maggioranza di coloro che impugnano gli strumenti da poco tempo. Certo l’originalità non è molto di casa, e questo difetto si fa notare nei passaggi più manieristici delle ultime due tracce, particolarmente felici proprio perché già ben collaudati da decine di band prima dei nostri Last Souls.

La band al momento è alla ricerca di un batterista, e io spero vivamente che lo trovino il prima possibile, giacché allo stato attuale la drum machine che imperversa in tutte e tre le tracce è fastidiosa e particolarmente in primo piano, a scapito di un lavoro di basso un po’ troppo penalizzato. Questo “Inner Voices” non è una cattiva notizia, anzi un disco prodotto discretamente e particolarmente vario per durare solamente 22 minuti, e credo che fosse proprio la varietà l’aspetto che il trio voleva sottolineare coniando quello stile “extreme progressive metal”. Niente male come prova tecnica, e c’è molto spazio per delle migliorie non da poco: con l’avvento di un nuovo batterista, per quanto difficile sia trovarne uno, sicuramente la calibratura della band non potrà che alzarsi, e noi saremo qui ad accoglierne i frutti.

TRACKLIST:

1 – The Martyr
2 – We Will Rise
3 – Voices

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