Recensione: Innocence is no Excuse
“Innocence Is No Excuse” fu indubbiamente il disco più criticato della discografia dei Saxon. Quello che abbiamo davanti è un disco di classe, è Heavy Metal di classe ed è proprio in quest’ottica che il disco andrebbe esaminato. E’ questa la dimensione del class metal, dell’hard’n heavy riff cromato ed elegante, uscire da questa dimensione musicale per criticare negativamente un disco del genere non ha mai avuto senso alcuno. Ma torniamo a noi.
Quando scettico e perplesso di fronte a tante critiche lette ascoltai per la prima volta le note della opener Rockin ‘Again (heavy metal definitive!) prender forma in tutta la loro ragionata potenza e così dipingere un meraviglioso affresco musicale davanti ai miei occhi, compresi davvero che da quel momento in poi mi sarei affidato solo ed unicamente ai miei insindacabili giudizi personali in materia per valutare la bontà di un prodotto senza prestare più ascolto a nulla e nessuno (se non in rare eccezioni). Si, perché l’ingiustamente bistrattato “Innocence is No Excuse” riuscì sicuramente a porsi, per il sottoscritto, come l’opera musicale più complessa ed elaborata dell’intera Saxon discography. Ma di non solo “Rockin ‘Again” era composto questo masterpice e la successiva Call of The Wind, fast song dai ritmi incendiari in classico Saxon style aveva il semplice compito di far comprendere all’allora sconclusionata critica musicale che i Saxon erano ancora intenti nella magica arte di forgiare pura Heavy Metal music.
La seguente Back on The Street vedeva la coppia Quin/Oliver costruire un muro sonoro potente e d’impatto cui si accompagnava l’immancabile piglio eroico della voce di Byford mentre la carica hard rocckeggiante che permeava dai solchi dalla ottima Devil Rides Out ci preparava ad una delle indiscusse hit del disco che veniva a titolo di Rock ‘n Roll Gypsy autentico Heavy Metal masterpieces dai leggendari refrain costruito su uno dei riff più vincenti dell’intera storia musicale della band inglese.
Non sfigurava a quanto già ascoltato la seguente Broken Heroes, spettacolare brano dall’andamento cadenzato e dal flavour epico intervallato dai suoi immortali refrain. Le coordinate musicali dei Saxon tornavano a spostarsi su binari più consoni ad un Heavy Metal potente ed incisivo con la seguente Gonna Shout, addirittura poi enfatizzato dalla carica fast della successiva Everybody Up. La frizzante Raise some Hell e la rasoiata metallica Give It Everything You’ve Got andavano a chiudere questo fantastico album.
“Disco commerciale” (che vuol dire? Qualcuno un giorno mi illuminerà), “disco fiacco” (evidentemente non è mai stato ascoltato), “disco non da Saxon” (per favore) sono solo alcune delle critiche (di cui sinceramente ignoro le basi dalle quali esse son state tratte) che si son susseguite riguardo questo LP e che ancora continuano ad influenzare gli ascoltatori odierni. Ma, come sempre più spesso accade, la verità è altrove e sta nel fatto incontestabile che “Innocence Is No Excuse” contiene tra i suoi magici solchi il dipinto di numerosi e splendidi soggetti musicali di quel grandissimo affresco che prendeva e prende il nome di Heavy Metal.
Vicnenzo Ferrara