Recensione: Inside The Sickness Mind
‘Inside The Sickness Mind’ è il secondo album dei britannici Thrasherwolf, che segue, a quattro anni di distanza, l’album d’esordio ‘We Are Revolution’.
La band, pur se rivoluzionata del 50%, con l’ingresso di Jack Saunders alla chitarra e Zaq Razaq alla batteria per coadiuvare Daniel Lucas (voce e chitarra) e Raimonds Dobelis (basso), continua sulla sua strada suonando un Thrash che più Old School di così non si può, genuino e sparato.
Le influenze sono sempre le stesse: Metallica, Slayer, Testament ed Exodus … in questo caso si percepisce anche il tecnicismo dei Flotsam and Jetsman degli inizi e l’aggressività dei Dark Angel di ‘We Have Arrived’.
Ecco … centrato il problema! La band è indubbiamente una buona band, che ha trovato anche un proprio sound, fatto di accordature ribassate, ma non troppo, e di linee di chitarra abrasive e ficcanti … ma quello che compone è troppo derivativo e la personalità che si sente è pochissima.
Questo è in linea con il momento storico attuale: siamo stati contenti quando, agli inizi degli anni 2000, tanti vecchi leoni sono tornati a ruggire e abbiamo continuato ad esserlo quando, qualche anno dopo, molte giovani band hanno intrapreso un nuovo corso. Ma ora, da qualche anno, il movimento del “battere e percuotere” è abbastanza statico (con le dovute eccezioni, naturalmente). Le nuove generazioni suonano indubbiamente bene e non lavorano male, ma la creatività, per qualche strano motivo, non riesce a superare quella degli anni d’oro e gli album che escono continuano a stare diverse spanne sotto i capolavori di un tempo, per quanto ben prodotti e, in molti casi, anche molto validi. Soprattutto, il fiume di gruppi che è stato immesso sul mercato ha dato vita a molti album che si somigliano, tanto che, se si scambiano le copertine, non si riesce più a distinguerli uno dall’altro.
Chiudendo questa tediosa divagazione, anche i Thrasherwolf sono tra questi. Inoltre se aggiungiamo a quanto detto sopra che il vocalist è un po’ tanto monocorde e che le canzoni sono in generale troppo lunghe, con alcune che diventano addirittura monotone, abbiamo un quadro che proprio positivo non è.
Nella realtà, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, ‘Inside The Sickned Mind’ non è tutto da buttare, il potenziale tecnico è parecchio, gli artisti conoscono sicuramente la materia e sviluppano una buona energia, solo che: “in questo punto suonano come gli Slayer, in questo altro come i Metallica … ahhhh! Ecco gli Exodus ed ora anche i Testament”…
In ‘Inside The Sickned Mind’ manca il trasformare le proprie ispirazioni in qualcosa di proprio, con i Thrasherwolf che si limitano ad essere, sostanzialmente, dei buoni esecutori.
Fa un minimo di eccezione ‘Haunted’, oscura ed epica esce completamente dagli schemi in modo coinvolgente, pur non essendo neanche lei una traccia eccezionale, mentre la Title-Track, che chiude l’album, vince il premio del pezzo migliore con la sua sequenza spettrale.
Per il resto, buoni riff, assoli interessanti, bridge potenti, velocità siderali, ma anche sequenze poco amalgamate, scarsa fantasia e finali infiniti … la ciambella è venuta con un buco molto piccolo. Però c’è e ‘Inside The Sickned Mind’ raggiunge così la sufficienza lasciando una speranza per il prossimo lavoro.
‘Inside The Sickened Mind’ è stato registrato con Andy Brook presso The Brook Studios (Status Quo, Subhumans, Restarts ecc.) e masterizzato da Patrick W Engel (Candlemass, Destruction, Sodom, ecc.).
La sua distribuzione in formato digitale è iniziata dal 4 ottobre 2024, mentre, dal primo novembre, è entrata in circolazione una speciale edizione in cassetta tramite Vicious Witch Records.