Recensione: Insidious
“Insidious”, e continua l’avventura dei Nightrage, creatura del prolifico chitarrista greco Marios Iliopoulos (ex-Exumation, ex-Firewind). Si tratta del quinto album in undici anni di carriera per il quale, finalmente, la stabilità della formazione non è più una chimera, poiché essa identica a quella del precedente lavoro, “Wearing A Martyr’s Crown”.
Evidentemente, tale continuità non può che aver prodotto degli effetti positivi, stabilizzando, di fatto, uno stile che comunque era già disegnato in tutti i suoi aspetti. È stata un’iniezione di maturità che ha reso adulto un sound non certo originale, tuttavia concreto e professionale al cento per cento. I Nightrage hanno sempre avuto un approccio soft alla questione melodic death metal, e con quest’ultimo disco lo confermano. Giungendo, in linea generale, a lambire i confini dei territori ove domina l’heavy. Massiccio, a tratti veloce, rabbioso; ma sempre heavy.
Fermo restando ciò, la musica della multinazionale (Grecia, Svezia, Belgio e Finlandia) di Iliopoulos mantiene inalterati gli stilemi di base tipologicamente riferibili allo stile derivato da Dark Tranquillity et similia: linee vocali nelle quali predomina il growl (anche se poco gutturale e più spostato verso l’harsh), ritmi serrati sconfinanti (raramente) nei blast beats, guitarwork complesso e robusto, melodia di tipo classico sempre presente. La partecipazione di numerose guest star come Apollo Papathanasio (Firewind), Tomas “Tompa” Lindberg (At The Gates, Lock Up, Disfear, ex-Nightrage), Gus G. (Firewind, ex– Nightrage), Tom S. Englund (Evergrey) e John K. (Biomechanical), poi, arricchisce ulteriormente la buona cromaticità dell’insieme musicale rappresentato da “Insidious” senza che sia dispersa né forza, né sostanza.
Il menzionato avvicinamento all’heavy, inoltre, consente al quintetto originario della Macedonia di approfondire l’emotività artistica, volgendo il pensiero in direzione di una latente e sottile malinconia; facendo sì che il disco non sia il ‘solito’ insieme canzoni up-tempo dagli scontati, allegri ritornelli. Quest’aspetto, ben dipinto dai fini ceselli della chitarra di Marios, rappresenta un valore aggiunto che mancava nelle precedenti realizzazioni, come “A New Disease Is Born” del 2007. A proposito, è proprio dalle due chitarre che giungono i migliori input creativi, giacché il cantante e la sezione ritmica non regalano grande batticuore: Iliopoulos e Mörck si mostrano, infatti, come una coppia affiatata, ricca di tecnica e di talento estetico.
Le canzoni di “Insidious” sono ben quindici che, se si escludono i brevi ritagli chiamati “So Far Away (Intro)”, “Solar Eclipse (Prelude)” e “Emblem Of Light (Outro)”, sono in ogni caso sintomatiche della buona forma compositiva che attraversano Iliopoulos e compagni. “Delirium Of The Fallen” e “Insidious”, giusto per cominciare… dall’inizio, non possono considerarsi capolavori ma si lasciano ascoltare con piacere, nell’ottimo, potente compromesso fra melodia e brutalità. Se “Wrapped In Deceitful Dreams” e “Hate Turns Black” non lasciano tracce evidenti, ci pensa il morbido arpeggio iniziale di “Sham Piety” ad alzare il livello medio del CD. Ottimo l’incrocio dei rapidi riff di “Cloaked In Wolf Skin” e il quasi hard-rock di “This World Is Coming To An End”. Il platter prosegue con alcune song senza infamia né lode, per giungere a “Solar Corona”, stupendo episodio ottimamente orchestrato e interpretato in clean che fa sorgere, spontaneo, il dubbio che il limite maggiore dei Nigthrage siano sempre stati, purtroppo per loro, i cantanti e le loro tutto sommato banali linee vocali.
Probabilmente “Insidious” non lascerà il segno nella Storia dello swedish death metal: seppur irreprensibilmente confezionato e contrassegnato da una più che discreta armoniosità, non possiede pezzi da novanta; nel senso che in oltre cinquanta minuti di buona musica, manca la ‘botta’ definitiva. Quella, cioè, che inchiodi nella mente, indelebilmente, un particolare passaggio o addirittura un’intera canzone. Un lavoro a uso e consumo principalmente per i fan dei Nightrage, ma anche per quelli del metal tradizionale.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. So Far Away (Intro) 1:18
2. Delirium Of The Fallen 4:14
3. Insidious 3:45
4. Wrapped In Deceitful Dreams 3:52
5. Hate Turns Black 4:32
6. Sham Piety 5:30
7. Cloaked In Wolf Skin 3:22
8. This World Is Coming To An End 3:26
9. Utmost Ends Of Pain 4:22
10. Poignant Memories 3:55
11. Hush Of Night 3:37
12. Poisoned Pawn 3:57
13. Solar Eclipse (Prelude) 0:35
14. Solar Corona 5:43
15. Emblem Of Light (Outro) 1:05
Durata 53 min.
Formazione:
Antony Hämäläinen – Voce
Marios Iliopoulos – Chitarra
Olof Mörck – Chitarra
Anders Hammer – Basso
Johan Nunez – Batteria